
Nella foto di Tvsvizzera.it i danni inferti al paese dalla frana
Villa di Chiavenna (Sondrio) – La comunità della Val Bregaglia può tirare un sospiro di sollievo: a otto anni dalla tragedia del Cengalo il paese di Bondo può finalmente rinascere e ritornare ad essere un centro di aggregazione per la comunità valligiana. Il 12 settembre sarà una data che gli abitanti della località della Val Bregaglia si ricorderanno a lungo perché sancisce una nuova vita e nuove prospettive per il futuro. Dopo 4 anni di lavori, così come riportato dalla RSI (Radiotelevisione della Svizzera italiana), i lavori per il consolidamento del versante e per mettere la zona in sicurezza sono terminati e gli abitanti possono tirare un gran sospiro di sollievo.
Certo, la paura non potrà svanire in un lampo ma è chiaro che le opere costruite grazie al progetto “Bondo II” diano sicurezza agli abitanti di quel paesino letteralmente devastato da una frana di enormi dimensioni. Il 23 agosto del 2017, infatti, dalla parete nord est del Pizzo Cengalo, circa a quota 3000 metri di una montagna di 3369 metri slm, scesero qualcosa come 4 milioni di metri cubi di detriti che raggiunsero, almeno in parte, il fondovalle fino ai borghi di Bondo, Promontogno, Sottoponte e Spino. Otto gli escursionisti svizzeri e non uccisi dai detriti in Val Bondasca e quasi 150 le persone evacuate per diverso tempo.
Danni anche a infrastrutture per oltre 50 milioni di franchi. Grazie ad un investimento di 52 milioni di franchi, 14 a carico del Comune di Bregaglia e tanti frutto di donazioni, si sono potuti eseguire i lavori a regola d’arte per mettere in sicurezza la zona. E a chi obietta la destinazione di una somma così considerevole per una popolazione di circa 200 persone (questo il numero di residenti) le autorità locali ribattono che la strada che passa per i paesi interessati dalla frana rappresenta un asse stradale essenziale per far transitare ogni giorno lavoratori, anche tanti frontalieri valchiavennaschi, e ospiti nella vicina Engadina.
Engadina che è il motore economico dei Grigioni. Tra le opere effettuate ci sono il bacino di contenimento capace di trattenere 300.000 metri cubi di materiale, oltre all’innalzamento di alcuni ponti e l’interramento della linea elettrica. Inoltre sono stati effettuati lavori nel fiume Maira e nel torrente Bondasca per il ripristino della fauna ittica. Fulvio D’Eri