SARA BALDINI
Cronaca

Cantiere della Tangenziale di Tirano: la luce è in fondo all’ultimo tunnel

Fra le opere da completare bisogna scavare una galleria di duecento metri per arrivare al traguardo olimpico

L’Ordine degli ingegneri ha organizzato una visita sui cantieri

L’Ordine degli ingegneri ha organizzato una visita sui cantieri

Tirano (Sondrio) – Tra promesse e rassicurazioni sull’apertura, che dovrebbe avvenire in tempo per l’avvio dei Giochi olimpici invernali, c’è chi ha avuto l’opportunità di percorrere un tratto di quella che, una volta ultimata, sarà la tangenziale di Tirano. Un po’ in pullman e un po’ a piedi, una cinquantina di iscritti all’Ordine degli Ingegneri della provincia di Sondrio lunedì mattina hanno partecipato alla visita tecnica, accompagnati dal direttore dei lavori di Anas, ingegner Francesco Iorio. Con lui il dottor Simone Angeloni, uno dei pochissimi valtellinesi impegnati nel maxicantiere con base a Villa di Tirano che, ormai, si trova alle prese con un’autentica corsa contro il tempo.

Inserita nel progetto “Accessibilità Valtellina”, la tangenziale è infatti opera strategica per i Giochi olimpici invernali 2026, ma soprattutto rappresenta l’agognata risposta che da decenni i valtellinesi attendono per un alleggerimento del traffico che attraversa questo tratto di valle. Nell’illustrare ai professionisti in visita lo stato di avanzamento delle varie opere, nessuna necessità per i loro ciceroni di ricorrere a semplificazioni, poiché la “lingua parlata” è la medesima. La particolarità, semmai, sta nella Variante, poiché con le sue due gallerie, una artificiale e la naturale “il Dosso”, i due ponti sull’Adda in località Stazzona e l’altro in zona industriale a Tirano, le quattro rotatorie di Villa di Tirano, Stazzona,Tirano e Campone, i quattro sottopassi al tracciato principale e i tre sottovia per “ricucire” la viabilità locale rappresenta un’eccezionale summa – in poco più di sei chilometri e mezzo, dall’intersezione tra l’esistente SS 38 con la rotatoria di Villa di Tirano fino alla rotatoria terminale del Campone - dell’ingegneria nelle sue diverse declinazioni e specializzazioni. Un vero caso di studio, insomma.

La visita ha preso avvio all’interno del quartier generale medesimo, con la proposta di una serie di slides. È poi seguito il sopralluogo vero e proprio alle opere, a partire dal sottopasso ferroviario ultimato a pochissimi giorni dal ripristino della circolazione dei treni lungo la Tirano-Lecco, avvenuta proprio lunedì 15, giorno della visita a quell’autentico microcosmo che non dorme mai ed è attivo su più fronti in contemporanea che è il cantiere dove lavorano più di 200 operai, cui vanno aggiunti circa 40 tra tecnici e amministrativi. L’obiettivo è uno e uno soltanto per tutti, anche di fronte all’incognita rappresentata dagli ultimi metri – circa 200 – della galleria naturale, ancora da scavare.