
Luciano Strabello con l’amico Carlo Pasqualotto sul mitico passo alpino
Hanno affrontato in salita quella che, per chi sale da Bormio, è invece discesa, ma la strada è la stessa, la strada di valico più alta d’Italia e una delle più affascinanti d’Europa: quella dello Stelvio della quale proprio nel 2025 si celebrano i 200 anni dall’inaugurazione. L’impresa porta la firma dell’attivista ambientale padovano Luciano Strabello e di un collega, Carlo Pasqualotto, e non è legata all’abbattimento di qualsivoglia record, ma a qualcosa di molto più lodevole. Una protesta silenziosa contro l’inciviltà di troppi visitatori, ciclisti e motociclisti in primis: raccogliere i rifiuti abbandonati lungo i 25 chilometri e le 48 curve del celebre passo alpino, dai 907 metri di Prato ai 2.758 del Passo. I due amici il mese scorso li hanno affrontati in bicicletta, con due carretti al seguito. Le fermate sono state parecchie perché lungo la strada hanno trovato – purtroppo – un po’ di tutto: bottiglie di plastica, mozziconi, lattine e tanti, davvero tantissimi involucri dei gel molto utilizzati sia dai ciclisti che dai runner per darsi una carica immediata di energia, quando gambe e fiato stanno per dare forfait. L’impresa è stata documentata passo dopo passo sui social, compresi i momenti del recupero con speciali pinze dell’immondizia infilata dentro crepe di muretti o finita nei terrapieni. Dopo sette ore e 45 minuti di pulizie in salita i due amici sono arrivati al Passo dove hanno rovesciato il "raccolto". Una vergognosa montagnola di spazzatura nella quale spiccava perfino una sediolina recuperata da un ruscello.
Strabello, ciclista appassionato, sei anni fa ha fondato l’associazione "Raccoglitori di inciviltà altrui", che oggi conta circa 150 membri attivi in tutta Italia. "Volevo fare qualcosa di concreto per l’ambiente – racconta – andando in bici mi accorgevo che ovunque erano disseminati rifiuti". "Il simbolo della nostra associazione, è un piccolo colibrì con la goccia nel becco, a significare che ognuno di noi seppur piccolo e con pochi mezzi, non è mai insignificante e può contribuire al cambiamento – continua Strabello - Oggi ci sono più di 30 carrettini costruiti e donati ai referenti per supportare le raccolte, assieme alle Ape-Car messe a disposizione da alcuni volontari". L’auspicio è che il suo esempio sia seguito e la raccolta messa in pratica anche sul "nostro" versante, ma soprattutto che, almeno gli sportivi, comprendano che non c’è nulla di atletico in una scalata dello Stelvio con lancio rifiuti. S.B.