GABRIELE MORONI
Cronaca

Garlasco, il genetista di Yara: “Scena del delitto in 3D per studiare il killer”

Giorgio Portera, ex ufficiale del Ris di Parma e consulente privato della famiglia Gambirasio: possiamo capire se ha avuto dei complici

Giorgio Portera, genetista e docente di genetica, ex ufficiale del Ris di Parma

Giorgio Portera, genetista e docente di genetica, ex ufficiale del Ris di Parma

Garlasco (Pavia) – La ricostruzione in 3D con il laser scanner degli ambienti della villetta di Garlasco. Da questo parte la conversazione con Giorgio Portera, genetista e docente di genetica, ex ufficiale del Ris di Parma e consulente privato dei genitori di Yara Gambirasio.

Dottor Portera, sarà possibile una ricostruzione assolutamente fedele della scena del delitto a distanza di diciotto anni?

“I laser scanner di oggi sono molto diversi da quelli di diciotto anni fa. La novità più importante è che, una volta fatta la scansione laser 3D, è possibile inserire al suo interno le foto degli ambienti di diciotto anni fa, le tracce di sangue, le impronte. I vantaggi sono quelli di una maggiore precisione nel calcolare la distanza tra muri e tracce di sangue, studiate per traiettoria e conformazione con la tecnica della Bpa (Bloodstain pattern analysis ndr.) e quindi collocare l’aggressore sulla scena del crimine, ricostruire la sua azione e anche gli eventuali spostamenti. Nei limiti di quella che non è una scienza assoluta e tenendo presente che le foto non rispecchiano, ovviamente, tutti gli angoli di un ambiente”.

È possibile verificare se ci furono più presenze?

“L’ipotesi di uno o più aggressori può essere meglio studiata con questa nuova tecnologia, che deve incrociarsi con la Bpa”.

Il professor De Stefano, perito nel processo d’appello bis a carico di Stasi, stabilì che il materiale biologico rimasto sulle unghie di Chiara Poggi era inutilizzabile. I consulenti della difesa di Stasi e quelli della Procura di Pavia pensano il contrario. Dalle nuove tecniche si può arrivare una parola definitiva?

“Non esistono nuove tecniche da impiegare per definire l’utilizzabilità di un profilo. Quella che è cambiata negli ultimi anni è una interpretazione statistica un po’ diversa di quanto viene rilevato, tale da poter spingere il perito a una considerazione più completa. Non è un quesito impossibile. Anche se ci sarà sempre una valutazione un po’ soggettiva da parte del perito in base alla sua esperienza con questo tipo di analisi”.

Quanto Dna può essere rimasto sui reperti in casa Poggi mai analizzati?

“Poco ma potrebbe essere sufficiente, bastano 10-15 cellule per poter fornire un profilo utile alla comparazione”.

L’impronta 33 è stata attribuita a Sempio in base a 15 ’minuzie’. Un numero sufficiente?

“Sufficiente nella misura in cui esista una qualità medio-alta dell’impronta. È un’impronta da valutare in contraddittorio tra le parti. L’ispezione con il laser-scanner collocherà meglio la sua posizione”.