ANDREA MORLEO
Editoriale e Commento
Editoriale

Pomodori popolari

Dici case popolari e - a Milano - pensi subito a occupazioni abusive, strutture malmesse e periferie dimenticate. Invece questa volta la cronaca ci regala la classica buona notizia che fa sperare in una gestione più virtuosa delle risorse della collettività.

Il merito va a un gruppo di cittadine che hanno scelto di mettersi insieme dandosi un nome che più milanese di così non si può, “Le Sciure”. Insieme hanno deciso di allestire degli orti in cima a uno dei palazzoni popolari di via Russoli dove vivono.

Tutto è partito dalla riqualificazione voluta da Aler, che ha consentito di allestire giardini e spazi verdi sul tetto. Da un atto puramente estetico si è fatto un altro passo. Armate di zappe e rastrelli, dall’anno scorso le “sciure” hanno cominciato piantare semi che hanno cominciato a dare i propri frutti. 

Dagli orti sul tetto sono arrivati i primi pomodori, le melanzane e le zucchine, ortaggi a “chilometro zero”. E così il gruppo di coinquiline ci ha preso gusto perché l’orto offre loro un’occasione di socializzazione, gratifica gli sforzi quotidiani e aiuta a risparmiare sulla spesa.

La “produzione“ viene distribuita agli inquilini e anche a persone che non vivono qui, in un’ottica di solidarietà del quartiere. Un’economia di prossimità, un bell’esempio di agricoltura urbana che potrebbe essere replicato in una città dove a comandare sembra solo il cemento.