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Delitto di Garlasco, la Diocesi di Vigevano non ci sta: “Il santuario della Bozzola resti un luogo di preghiera”

L’avvocato di Andrea Sempio ha avanzato l’ipotesi di un segreto sul luogo di culto, dove si era consumato un ricatto a luci rosse, scoperto da Chiara Poggi: “Non ci lasceremo in alcun modo condizionare da illazioni o indiscrezioni di qualsiasi genere”

Il santuario della Bozzola e Chiara Poggi

Il santuario della Bozzola e Chiara Poggi

Garlasco (Pavia) – Salvaguardare "le attività spirituali e di preghiera" svolte al Santuario della Bozzola.  Lo sottolinea in una nota la Diocesi di Vigevano in riferimento agli sviluppi dell’inchiesta sul delitto di Garlasco che interesserebbero anche il luogo di culto in provincia di Pavia.

GARLASCO MADONNA DELLA BOZZOLA
Il santuario della Bozzola in provincia di Pavia

Il comunicato

"In relazione alle notizie diffuse negli ultimi giorni dai media riguardanti un possibile collegamento tra il Santuario della Bozzola e la nuova indagine della Procura di Pavia sull'omicidio di Chiara Poggi (avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007), la Diocesi di Vigevano (tramite don Emilio Pastormerlo, portavoce del vescovo Maurizio Gervasoni) afferma la sua decisa volontà di non lasciarsi in alcun modo condizionare da illazioni o indiscrezioni di qualsiasi genere - si legge nel comunicato -. L'unico interesse della Diocesi è quello di salvaguardare le attività spirituali e di preghiera che vengono ospitate nel Santuario, nel pieno rispetto dei religiosi oggi impegnati a organizzarle e a svolgerle e dei tanti fedeli che frequentano questo luogo mariano per partecipare a celebrazioni e incontri". "In relazione ai fatti verificatisi nel 2014 e che erano stati al centro di un'altra inchiesta della magistratura - conclude la nota -, viene ribadito che gli organismi giuridici della Chiesa erano intervenuti per gli aspetti di loro competenza".

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Il ricatto a luci rosse

La Procura di Pavia ha deciso di acquisire gli atti dell'inchiesta sul ricatto a luci rosse all'ex rettore del Santuario della Bozzola, don Gregorio Vitali. Don Gregorio fu vittima di un ricatto a sfondo sessuale orchestrato da due romeni, Flavius Savu e Florin Tanasie. Secondo quanto venne accertato dagli inquirenti, i due avevano adescato il sacerdote con l'intento di filmarlo in situazioni compromettenti e poi ricattarlo. Il contenuto delle riprese era a carattere sessuale. Dopo aver ottenuto il video, cominciarono a minacciarlo, chiedendogli denaro per non diffondere il filmato. Nel 2014, il tribunale di Pavia condannò Savu e Tanasie per estorsione aggravata. Al momento della condanna, i due erano già irreperibili: si erano dati alla latitanza e da allora risultano fuggitivi, con un mandato di cattura pendente.

Il collegamento con Garlasco

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L'avvocato Massimo Lovati, uno dei legali di Andrea Sempio (indagato per la nuova indagine sul delitto di Garlasco), in alcune interviste ha parlato di un possibile "segreto" scoperto da Chiara Poggi su fatti avvenuti al Santuario della Bozzola. Secondo l'avvocato un sicario potrebbe avere ucciso la ragazza nella villa di via Pascoli, per impedirle di parlare.