
L’ambientalista Bianca Montrasio è la presidente del Comitato per il Parco Nonostante i miglioramenti restano i dubbi sull’impatto del Gran premio
Un bagno di folla e applausi convinti. Li ha regalati il Gran Premio appena archiviato. Ma nonostante il successo non vengono meno le polemiche di chi è preoccupato per il futuro dell’area del Parco in concessione ad Autodromo. A riaccendere il dibattito è il Comitato per il Parco di Monza, con la presidente Bianca Montrasio. La posizione è nota: l’Autodromo, incastonato in un Parco storico e monumentale, è un’anomalia difficile da conciliare con la tutela paesaggistica e naturalistica. L’ambientalista riconosce però miglioramenti significativi rispetto al passato: viabilità interna più ordinata, niente più auto parcheggiate sotto gli alberi, minore impatto diretto sull’ambiente durante il weekend del Gp. Un passo avanti.
Oggi il punto critico è il futuro. I lavori di ammodernamento voluti da Liberty Media preoccupano gli ambientalisti. Tribune più grandi, coperture permanenti sopra i box, ampliamenti che rischiano di trasformare strutture provvisorie in cemento stabile. E l’idea di estendere la Fan Zone a due prati storici del Parco, la Gerascia e il Roccolo, viene vissuta come un’ulteriore commercializzazione di spazi nati con altro destino.
"Comprendiamo la logica del privato che vuole massimizzare i ricavi – osserva Montrasio –. Meno comprensibile è l’atteggiamento delle istituzioni, chiamate a custodire il bene comune. La Soprintendenza ha sì bloccato la ruota panoramica, ma sul resto appare troppo permissiva". C’è poi la questione rumore. Se il weekend del Gp oggi è meno assordante, l’attività costante dell’Autodromo espone il Parco a disturbi sonori per gran parte dell’anno. "Se si vuole tenere la Formula 1, bisognerebbe ridurre al minimo le altre corse".
A.S.