LORELLA CAPPARUCCI
Cronaca

Stefano Benni: “I mali di oggi sono quelli di sempre ma c’è sempre meno speranza di cambiarli. La tv? Festa dell’ignoranza e della superficialità”

Ecco l’intervista che Stefano Benni concesse al Giorno l’11 maggio 2017 quando uscì il libro “Prendiluna”. “Gli eroi di oggi? Quelli che non ripetono ogni giorno quanto sono bravi. E quanto sono eroici”

Stefano Benni

Stefano Benni

Milano, 9 settembre 2025 – “I mali di oggi sono quelli di sempre. La differenza è che c’è sempre meno speranza di cambiarli”. Pochi sapevano far ridere come lui con le parole scritte, con le immagini e le situazioni che evocava nei suoi romanzi, ma erano soprattutto amarezza e disillusione a trasparite nell’ultima intervista che Stefano Benni, morto oggi all’età di 78 anni, aveva rilasciato al Giorno, nel maggio del 2017, in occasione dell’uscita di ‘Prendiluna’, uno dei suoi romanzi onirici e sognanti fin dal titolo. Si parlava di “finti eroi” e di “risate amare”, di “triste rettilario del mondo televisivo”, di “dilaniata realtà del presente”.  Un’intervista per certi versi anticipatrice, vecchia ormai più di otto anni ma estremamente attuale. La riproponiamo di seguito. 

Il libro "Prendiluna" di Stefano Benni mercoledì 31 al teatro Dante a Campi
Il romanzo "Prendiluna" di Stefano Benni

Milano, 11 maggio 2017 - Entrò dirompente nell’immaginario collettivo. La Luisona scaturì dalla geniale penna di Stefano Benni e si fissò nei pensieri di tutti. Una bomba di crema pasticcera - rancida - protagonista dell’omonimo capitolo del romanzo “Bar Sport” pubblicato nel ’76. Stefano Benni battezzò con questo nome la decana delle paste del bar. Risalente al 1959, «é una pastona bianca e nera, con sopra una spruzzata di granella in duralluminio». Perché, secondo il ritratto di Benni, la bacheca delle paste nei bar di provincia è “puramente coreografica”: le brioche ci restano così tanti anni che gli avventori poi si affezionano e le chiamano per nome. Da quel momento, per i più, quell’ultima brioche rinsecchita, dal nord al sud, non poteva che essere lei. E questa è solo una delle sue “creature letterarie” - forse la più popolare -. Una genialata, insieme ad altre centinaia e centinaia di trovate. Impossibile “inquadrare” Stefano Benni. Per lui invece é facilissimo inquadrare la realtá.

Lui e i suoi personaggi improbabili, pazzi scapestrati, lucidissimi critici della societá, tragicomici per Dna. Benni scrittore, umorista, giornalista, sceneggiatore, poeta e drammaturgo, teatrante, musicista.... l’amico di carta da riporre sul comodino prima di dormire, dopo che ti ha raccontato l’ennesima storia fantastica. Ieri come oggi. I suoi libri sono stati tradotti in più di 30 lingue. E oltre ai libri le ballate, i testi teatrali, il cinema. Inutile provarci, Benni non si può banalmente “riassumere”. Fa troppe cose e ha troppe cose da fare. Un mezzo miracolo che si sia fermato a rispondere alle domande prima dell’uscita del suo “Prendiluna”. Oggi il libro debutta sugli scaffali e l’autore lo presenterà (alla Feltrinelli di piazza Duomo) alle 18.30. Con lui, stasera, anche Ambra Angiolini (che di Benni, tra le altre collaborazioni, ha portato a teatro “La misteriosa scomparsa di W” , «storia di una donna qualsiasi di nome V che passa la sua vita alla folle ricerca del pezzo mancante V»).

La vecchia guardava la luna, e viceversa... Il suo nuovo libro comincia con questa frase. Un inizio “da Benni”. Ma chi è simbolicamente Prendiluna?

«Questo lo deciderà solo il lettore. Può deciderlo soltanto lui».

Nel libro c’é un viaggio nel “triste rettilario del mondo televisivo”. Com’é la tv oggi?

«La tivù italiana è una festa dell’ignoranza e della superficialità. Ovviamente ci sono canali televisivi e trasmissioni intelligenti, ma mi sono stancato di cercarli».

A un certo punto si legge: “un risveglio nella dilaniata realtà del presente”. Ma è così dilaniata la nostra realtà? E quali sono secondo lei sono i mali di oggi?

«In fondo i mali di oggi sono quelli di sempre. La differenza è che c’è sempre meno speranza di cambiarli».

Lei, l’umorista per eccellenza: chi e cosa la fa ridere?

«Mi fanno ridere cose diversissime, da Totò a Beckett, per esempio. Oppure rido anche di cose di cui non vorrei ridere, risate amare e risate cattive. E ho imparato anche a ridere di me stesso, dopo tanto tempo».

Lei dice «Io preferisco gli eroi quotidiani senza armi»... Chi sono oggi questi eroi?

«Quelli che non ripetono ogni giorno sui giornali e quanto sono bravi. E quanto sono eroici».

Una curiositá: una settimana fa abbiamo incontrato Daniel Pennac. Fu proprio Stefano Benni a convincere la casa editrice Feltrinelli a tradurre i primi libri di Pennac in italiano. L’opera “Grazie!” di Pennac è dedicata a lui.