BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Il colosso che aiuta chi ha bisogno. Intercos assume tredici migranti: "Il lavoro è motore dell’inclusione"

L’iniziativa in collaborazione con Gi Group: operai approdati ad Agrate e in altre fabbriche della società. L’azienda: "Un segno concreto del nostro impegno per l’integrazione. Questo percorso arricchisce tutti".

Il colosso Intercos, oltre un miliardo di fatturato, ha assunto tredici migranti

Il colosso Intercos, oltre un miliardo di fatturato, ha assunto tredici migranti

Intercos regina di inclusione, il colosso brianzolo della cosmetica assume 13 migranti grazie a “Bridge builder” con Gi Group, agenzia per l’impiego, e il progetto che ha portato all’inserimento non finisce qui: per tutti, adesso, formazione personalizzata. Per l’azienda, terzista della lipstick valley lombarda, "un’iniziativa che parla di persone e opportunità". Gigante dal volto umano – più di un miliardo di fatturato - e la mano tesa verso chi chiede asilo. Gli operai sono approdati nella casa madre ad Agrate e in altre fabbriche del Gruppo a Dovera, Romanengo e Olgiate Comasco. L’iniziativa trasforma la provincia e gli altri territori coinvolti "in teatri di un modello virtuoso all’insegna dell’integrazione e della valorizzazione del capitale umano", spiegano i partner. L’arrivo sulle linee fra aprile e maggio per il gruppo di migranti, uomini e donne fra i 27 e i 40 anni. Il loro percorso ha visto una fase iniziale coordinata dall’agenzia di collaborazione con associazioni ed enti per individuare i candidati in linea con il piano, "espressamente rivolto a persone con background migratorio".

A questo sono seguiti l’analisi dei curriculum, colloqui per valutare motivazione e competenze, sessioni di gruppo e una successiva fase di condivisione e stretta collaborazione con la società per la selezione finale degli aspiranti sulla base delle loro necessità. Per tutti, l’affiancamento con gli esperti del campo in cui ciascuno opera, per acquisire e consolidare le competenze necessarie, "una formazione su misura". Espressione del ponte tra mondo dell’impresa, del lavoro e terzo settore, “Bridge builder” si inserisce nella visione e nelle progettualità delle due realtà che l’hanno realizzato e che riconoscono nel mestiere "un potente motore di inclusione sociale": da un lato l’impegno di Gi Group per la promozione del lavoro sostenibile, dall’altro l’attenzione di Intercos a diversità, equità e accessibilità all’interno dei propri processi aziendali. "Offrire a giovani beneficiari di protezione internazionale la possibilità di lavorare nei nostri stabilimenti è uno dei segni concreti del nostro impegno per l’inclusione – dice Maria D’Agata, manager Intercos -. Insieme a Ci-Group possiamo accompagnarli in un percorso di crescita che arricchisce anche noi. È così che immaginiamo il lavoro: aperto, accogliente, per tutti". "Questo progetto è un esempio di come il nostro impegno si traduca in azioni capaci di generare valore per le aziende, per il territorio e per le persone", conclude Marina Grisolia di Gi Group.