
Il colosso Intercos, oltre un miliardo di fatturato, ha assunto tredici migranti
Intercos regina di inclusione, il colosso brianzolo della cosmetica assume 13 migranti grazie a “Bridge builder” con Gi Group, agenzia per l’impiego, e il progetto che ha portato all’inserimento non finisce qui: per tutti, adesso, formazione personalizzata. Per l’azienda, terzista della lipstick valley lombarda, "un’iniziativa che parla di persone e opportunità". Gigante dal volto umano – più di un miliardo di fatturato - e la mano tesa verso chi chiede asilo. Gli operai sono approdati nella casa madre ad Agrate e in altre fabbriche del Gruppo a Dovera, Romanengo e Olgiate Comasco. L’iniziativa trasforma la provincia e gli altri territori coinvolti "in teatri di un modello virtuoso all’insegna dell’integrazione e della valorizzazione del capitale umano", spiegano i partner. L’arrivo sulle linee fra aprile e maggio per il gruppo di migranti, uomini e donne fra i 27 e i 40 anni. Il loro percorso ha visto una fase iniziale coordinata dall’agenzia di collaborazione con associazioni ed enti per individuare i candidati in linea con il piano, "espressamente rivolto a persone con background migratorio".
A questo sono seguiti l’analisi dei curriculum, colloqui per valutare motivazione e competenze, sessioni di gruppo e una successiva fase di condivisione e stretta collaborazione con la società per la selezione finale degli aspiranti sulla base delle loro necessità. Per tutti, l’affiancamento con gli esperti del campo in cui ciascuno opera, per acquisire e consolidare le competenze necessarie, "una formazione su misura". Espressione del ponte tra mondo dell’impresa, del lavoro e terzo settore, “Bridge builder” si inserisce nella visione e nelle progettualità delle due realtà che l’hanno realizzato e che riconoscono nel mestiere "un potente motore di inclusione sociale": da un lato l’impegno di Gi Group per la promozione del lavoro sostenibile, dall’altro l’attenzione di Intercos a diversità, equità e accessibilità all’interno dei propri processi aziendali. "Offrire a giovani beneficiari di protezione internazionale la possibilità di lavorare nei nostri stabilimenti è uno dei segni concreti del nostro impegno per l’inclusione – dice Maria D’Agata, manager Intercos -. Insieme a Ci-Group possiamo accompagnarli in un percorso di crescita che arricchisce anche noi. È così che immaginiamo il lavoro: aperto, accogliente, per tutti". "Questo progetto è un esempio di come il nostro impegno si traduca in azioni capaci di generare valore per le aziende, per il territorio e per le persone", conclude Marina Grisolia di Gi Group.