
Alberto Carrato e Maria Chiara Faganel
Fuga dalla città, meglio andare a vivere in convento. Alberto e Maria Chiara, 28 e 27 anni, hanno abbandonato lo smog, il traffico e i rituali di una città dal ritmo frenetico per investire in un sogno nel cuore del Cilento: recuperare un eremo francescano fondato nel Trecento per custodire una preziosa reliquia del Legno Santo portata da Gerusalemme, e dargli nuova vita trasformandolo in un piccolo ma raffinato hotel rurale.

Un progetto radicale che ha riportato Alberto Carrato, nato e vissuto in Brianza fino a poco fa, nel paesino del padre Dante, Cuccaro Vetere, in provincia di Salerno, mezzo migliaio di anime fra le case inerpicate a 600 metri nel verde del Cilento. Non era certo una scelta obbligata. Nato a Vimercate, liceo a Monza e vita in Brianza, dove padre e madre, imprenditori nel settore del mobile, hanno avviato diverse attività, durante il Covid si è trovato ad abitare a Milano con la compagna Maria Chiara Faganel, friulana. Due ragazzi affermati, con tanto di laurea e master in tasca: lei come la più giovane manager italiana nel campo della sostenibilità e della responsabilità d’impresa, lui come esperto di turismo e comunicazione nel settore culturale e musicale (ha seguito tra gli altri J-Ax e Loredana Bertè). Eppure qualcosa non quadrava.
"Avevamo il desiderio di vivere in maniera diversa, di abitare in un posto bello e più a contatto con la natura, cose che a lungo termine Milano non ci avrebbe potuto dare – racconta Alberto –. Vedevamo i difetti: senso di insicurezza, ansia, costi della vita altissimi. Così abbiamo cominciato a cercare".
Poi nel 2020 l’occasione: il bando con il quale il Comune di Cuccaro, proprietario dell’ex convento francescano, cercava un gestore per questo bene, restaurato ma costoso da mantenere in assenza di progetti.
"Io e mia mamma Patrizia ci siamo subito consultati, lei è pugliese ma conosceva bene il paese di mio padre, venuto a mancare, che frequentavamo quando in estate andavamo a Palinuro. Poi ne ho parlato con Maria Chiara: quando siamo entrati per la prima volta abbiamo capito che era l’occasione giusta". Poi è stata tutta una corsa: dal progetto, alla comunicazione, al marchio, tutto rigorosamente fai-da-te. Dalla Brianza sono arrivatri alcuni pezzi d’arredo di casa, come un biliardo, e anche la gestione delle otto camere e della cucina è familiare.
L’ingresso vero nell’aprile del 2024. Maria Chiara ha mantenuto la sua carriera da manager, che può gestire a distanza e con qualche viaggio in treno, mentre al progetto ha aderito anche la mamma, Patrizia Portolano, che ha rispolverato le sue fini abilità di cuoca già esercitate nelle tavolate in Brianza.
L’hotel Convento Francescano ha cominciato a lavorare nei mesi scorsi e si propone come una finestra affacciata sul Cilento, grazie alle esperienze guidate con Alberto, che spazia dalle rovine di Paestum e Velia alle gite in barca lungo la costa degli Infreschi o il mare di Capo Palinuro, dal trekking nel parco dell’Unesco alle masterclass di cucina cilentana della mamma. "Il turismo è cambiato e noi proponiamo una destinazione completa – spiega –. Siamo qui in pianta stabile da dicembre ed è una seconda patria. Questo borgo non è solo un posto bello, ma rappresenta un’Italia ancora autentica".
Dimenticati Milano e la Brianza? "L’unica cosa che mi manca di Milano, oltre ai miei amici – conclude Alberto – è andare allo stadio a vedere l’Inter".