
Un’esercitazione del Soccorso alpino: sono centinaia le persone che ogni anno vengono tratte in salvo sulle montagne lombarde Decine le vittime
All’alba di ieri Davide Migliorino, classe 1989, nato a Monza e residente a Treviglio, in provincia di Bergamo, dopo aver vissuto a Cavenago, stava percorrendo la cresta del Brouillard sul Monte Bianco a circa 4mila metri. Era con altri due amici e procedevano slegati. È stato un attimo: ha perso l’equilibrio ed è precipitato per trecento metri senza scampo. Era professore dell’istituto Leonardo Da Vinci di Cologno Monzese, alpinista esperto, aveva girato per giorni su e giù per le Alpi ed è l’ultima vittima di un anno tragico sulle montagne.
Anche Francesca Testa era un’escursionista esperta, aveva percorso i sentieri di montagna che salgono da Edolo tante volte. Il 14 agosto, mentre scendeva dal monte Aviolo con un amico, ha improvvisamente perso l’equilibrio ed è precipitata per centinaia di metri. Aveva 30 anni e viveva a Berzo Inferiore. Anche Federico Beltrami, milanese di 37 anni, conosceva bene la montagna e le pareti della Val di Mello, in Valtellina, che aveva scalato diverse volte. Il 3 agosto, dopo aver salito la via “Luna Nascente“ sullo Scoglio delle Metamorfosi, si è tolto l’imbraco e proprio dove non c’erano più difficoltà è caduto nel vuoto.
Sono solo alcune delle ultime vittime di quella che rischia di diventare una delle annate più nere per quanto riguarda gli incidenti letali dovuti a cadute sulle montagne della Lombardia o che hanno coinvolto lombardi. Sono già 44 infatti le persone che hanno perso la vita dall’inizio dell’anno (sono quasi cento le vittime in tutta Italia dall’inizio dell’anno) e i numeri sembrano in costante crescita, come dimostra l’attività dei volontari del Soccorso alpino della XIX Delegazione Lariana, una di quelle più importanti a livello regionale per numero di interventi. Duecentottanta missioni di salvataggio in sei mesi e mezzo, quasi 320 persone soccorse. Venticinque purtroppo sono state recuperare morte. In tutto l’anno scorso i soccorsi erano stati 500 e le vittime 34 solo nella zona di Lecco e Como.
Ma cosa sta succedendo sulle montagne dove non passa settimana senza almeno un incidente grave? Molto lo si deve alla iperfrequentazione di certi luoghi, come ad esempio la zona delle Grigne e delle altre cime lecchesi, le più “familiari“ per chi arriva dal Milanese e dalla pianura. In diversi incidenti ha avuto un ruolo importante l’impreparazione, ma spesso chi ha trovato la morte conosceva bene i pericoli della montagna e i luoghi dove ha perso la vita. Era accaduto ad esempio all’inizio dell’anno, in pieno inverno, sulla Grigna meridionale, dove due amici della Brianza, Paolo Bellazzi e Cristian Mauri, entrambi di 49 anni, appassionati di corsa in montagna, avevano deciso di dedicarsi a una giornata di allenamento nonostante il cattivo tempo e una nube che inghiottiva la montagna e rendeva tutto invisibile. Mentre stavano scendendo dalla vetta, una cornice di neve ha ceduto e sono precipitati all’interno del canale Caimi. Ci sono voluti cinque giorni di ricerche per ritrovare i loro corpi, sepolti dalla neve.
Spesso conoscono bene la montagna anche i cercatori di funghi, che comunque si infilano nei guai. Il 27 luglio Gianni Alberti, 52 anni, residente a Rasura, ha perso la vita mentre cercava funghi in una zona impervia tra il suo paese e Pedesina. Anche Dante Regazzi, 82 anni, residente a Bologna e in vacanza in Valtellina, è morto in un dirupo ad Aprica mentre cercava funghi; così come Marco Panzeri, cuoco di 33 anni di Valgreghentino; e Sergio Redaelli, 55 anni, di Arosio, entrambi morti nei boschi di Crandola Valsassina. Sulle montagne lombarde hanno trovato la morte anche diversi turisti stranieri, come Matthew Hall, l’escursionista britannico di 33 anni trovato senza vita il 16 luglio sopra Chiavenna dopo quattro giorni di ricerche; o Thobias Karel, olandese di 31 anni in vacanza con la famiglia sul lago di Como, mai rientrato da una gita sui monti di Livo. Dall’inizio dell’anno sono nove le vittime sulle montagne della Valtellina, nove sulle Orobie bergamasche, sette nella zona di Brescia, quattro nel Comasco. Due incidenti si sono verificati in Piemonte e hanno coinvolto escursionisti lombardi, uno in Canton Ticino.