NICOLA PALMA E MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Omicidio al Corvetto, l'assassino tatuato arrestato grazie ai bambini in strada

Milano, la ricostruzione della tragedia famigliare in piazzale Ferrara: in manette ecuadoriano 30enne che ha ucciso l’ex cognato: “Volevo difendere mia sorella”. Con gli adulti nel caos, le indicazioni dei più piccoli sono state fondamentali per i carabinieri

Omicidio al Corvetto, l'assassino tatuato arrestato grazie ai bambini in strada

Milano – La lite. Le coltellate in strada. Poi la fuga. “Abbiamo sentito l’urlo straziante di una donna che diceva di chiamare l’ambulanza, gridando “sta morendo, sta morendo“”, testimoniano alcuni abitanti. Cronaca di un omicidio al quartiere Corvetto, il secondo in 48 ore. In manette è finito l’ecuadoriano Bryan Josè Vera Siguenza, che ha compiuto 30 anni venerdì 8 agosto, pregiudicato per reati contro la persona e il patrimonio, disoccupato. Arrestato con l’accusa di omicidio.

Vittima, il suo ex cognato Jefferson Gabriel Garcia Jimenez, connazionale che avrebbe compiuto 33 anni tra poco, il 30 agosto. Non ha avuto scampo dopo essere stato ferito con quattro coltellate alla schiena. Era padre di tre bambini. Magazziniere, stando al suo profilo su Linkedin. Ma al momento risulta che non avesse un’occupazione.

Omicidio in piazza Ferrara a Milano: Bryan Josè Vera Siguenza (a sinistra) ha ucciso a coltellate il cognato Jefferson Gabriel Garcia Jimenez (a destra)
Omicidio in piazza Ferrara a Milano: Bryan Josè Vera Siguenza (a sinistra) ha ucciso a coltellate il cognato Jefferson Gabriel Garcia Jimenez (a destra)

I carabinieri sono intervenuti attorno a mezzanotte tra sabato e domenica per una “lite per motivi familiari” in piazzale Ferrara all’angolo con via Mompiani. Sul posto c’era il ferito ma nessuna traccia dell’aggressore. Garcia Jimenez è stato subito soccorso in codice rosso e accompagnato al Niguarda, dov’è morto poco dopo a causa delle gravi ferite. Per arrivare all’assassino, fondamentale è stata la testimonianza dei bambini in strada. Tra le urla degli adulti, hanno dato ai carabinieri la dritta giusta indicando la direzione dell’uomo in fuga e descrivendolo in maniera precisa: a torso nudo, tatuato, alto più o meno un metro e 65 centimetri. E i militari lo hanno trovato rannicchiato sul pianerottolo di una palazzina vicina, anche perché nel frattempo la centrale operativa aveva ricevuto segnalazioni in merito a un uomo che “citofonava con insistenza” in uno stabile via Bessarione.

Non solo: fondamentali sono state anche le immagini delle telecamere di videosorveglianza, subito esaminate. “Mi avete preso, sono io, ho fatto una cazz...”, ha detto ai carabinieri del Radiomobile che lo hanno trovato su un pianerottolo a 300 metri di distanza dal luogo dell’aggressione, dicendo di aver accoltellato l’ex cognato “per difendere la sorella”. Bryan Josè Vera Siguenza, ha raccontato lui stesso, era nella casa dei familiari in via Dei Panigarola quando ha sentito la sorella litigare con il suo ex compagno in piazza. Quindi è sceso, colpendolo alla schiena con quattro fendenti. Anche lui era ferito, con tagli al volto e alla nuca. Quindi è stato trasportato al Fatebenefratelli per le medicazioni. Nel frattempo, in piazzale Ferrara, i carabinieri della Sezione investigazioni scientifiche del Nucleo investigativo di Milano hanno trovato e sequestrato l’arma del delitto. Le indagini dei militari della Stazione Vigentino, guidati dal comandante Antonio Falivene, hanno portato all’arresto per omicidio. Ora il trentenne è a San Vittore in attesa della convalida, mentre per la vittima è stata disposta l’autopsia.

Due notti prima, a Ferragosto, in una palazzina popolare di via Pomposa, a pochi metri, la 64enne Antonia Nunzia Mancino ha chiamato la polizia confessando di aver ucciso il compagno Vincenzo Ferrigno, di 73 anni, da tempo malato per le conseguenze di un ictus, prima accoltellandolo e poi soffocandolo con un cuscino. “Non ne potevo più”, ha detto per spiegare il perché.