FABIO LUONGO
Cronaca

Le “Visioni Urbane“ di cinque artisti si raccontano

Dipinti, fotografie e tele che diventano quasi delle sculture-installazioni, per raccontare cinque diversi punti di vista sulla città, i suoi...

Max Marra, Mario De Leo, Giovanni Ronzoni, Max Falsetta Spina e Isabella Rigamonti alla Galleria FMArt Studio Contemporary Art di Monza

Max Marra, Mario De Leo, Giovanni Ronzoni, Max Falsetta Spina e Isabella Rigamonti alla Galleria FMArt Studio Contemporary Art di Monza

Dipinti, fotografie e tele che diventano quasi delle sculture-installazioni, per raccontare cinque diversi punti di vista sulla città, i suoi cambiamenti e le tracce del passato. Una vera e propria "indagine trasversale che non si limita alla rappresentazione dello spazio urbano, ma ne interroga i segni, i vuoti, le trasformazioni". È quanto propone da qui a sabato la mostra “Visioni Urbane“, allestita alla galleria FMArt Studio Contemporary Art di via Boito a Monza. Inaugurata l’altra sera, l’esposizione è una collettiva che riunisce lavori sul medesimo tema di 5 differenti artisti del territorio, quali Max Marra, Mario De Leo, Giovanni Ronzoni, Max Falsetta Spina e Isabella Rigamonti. "La città, vissuta, attraversata o soltanto evocata, diventa fonte di ispirazione e terreno di sperimentazione - spiegano dalla galleria -. Ogni artista apporta una prospettiva unica, contribuendo con opere che rivelano riflessioni, tensioni e visioni personali sul contesto urbano".

Così i lavori di Max Marra si interrogano sul significato stesso di città e sulle persone che la abitano: lo fanno mantenendo viva la memoria del tempo, un tempo in cui le piazze erano il luogo del fermento e della passione politica e nel quale le città avevano musei con grandi mostre, gallerie private importanti con proposte all’avanguardia. Mario De Leo rielabora invece lo skyline urbano utilizzando come materiali i circuiti stampati: oggetti che appartengono al nostro quotidiano tecnologico diventano strumenti visivi spiazzanti. Nelle opere di Giovanni Ronzoni, poi, il paesaggio urbano si riduce a frammenti sempre più astratti, essenziali, con esplosioni cromatiche che danno origine a mappe ideali. Si affidano infine entrambi alla fotografia Isabella Rigamonti e Max Falsetta Spina, anche se le loro ricerche vanno in direzioni diverse. Rigamonti si muove tra fotografia concettuale e gesto pittorico: pur lavorando col digitale, l’autrice non rielabora le immagini ma si affida a una tecnica che produce effetti di velatura e sovrapposizione. Con Falsetta Spina le immagini escono dalla loro bidimensionalità, diventando installazioni con cui interagire. Ingresso libero, visite da martedì a sabato dalle 15 alle 18.30. F.L.