Desio, ucciso e sepolto in un campo di grano: 35enne condannato a 28 anni

Per la morte di Omar Annaoui la Corte di Assise di Monza ha anche disposto la trasmissione degli atti alla Procura per indagare sul presunto complice

I carabinieri dei Ris di Parma al lavoro nel campo di Desio

I carabinieri dei Ris di Parma al lavoro nel campo di Desio

Desio (Monza Brianza), 15 Marzo 2024 - Legato mani e piedi, picchiato a calci e pugni, torturato con bruciature e poi ucciso, strangolato con una canna dell'acqua, per farsi rivelare il pin del suo bancomat e costringerlo a pagare la cocaina che aveva appena consumato insieme al presunto omicida. Per l'orrenda morte di Omar Annaoui, il marocchino di 53 anni trovato seppellito il 28 agosto 2022 in un campo di grano poco distante dall'ex carcere di Desio, i giudici della Corte di Assise di Monza hanno condannato a 28 anni di reclusione l'imputato connazionale Sadik Ilhami, 35enne. E hanno anche rimandato gli atti del procedimento alla Procura perchè indaghi sul supertestimone sospettato di essere invece complice nell'omicidio.

Per Sadik Ilhami il pm aveva chiesto la condanna a 24 anni di reclusione, più 3 anni di libertà vigilata a pena scontata, applicando le attenuanti generiche per il fatto di avere accettato di acquisire al processo tutti gli atti dell'indagine senza convocare in aula inquirenti e testimoni.

Secondo la Corte però contro l'imputato c'è una recidiva per fatti violenti. Il 35enne, sottoposto a fermo nel marzo scorso e ancora detenuto in carcere, è accusato di omicidio volontario, occultamento di cadavere, rapina e utilizzo abusivo di carte di pagamento.

Ad indicare ai carabinieri il cadavere del 53enne e il luogo dove è avvenuto il delitto, un seminterrato dell’ex carcere desiano, è stato un altro marocchino, S.S., che si trovava con vittima e omicida la sera del fatto, il 22 agosto del 2022. A tradire il 35enne sarebbero alcune tracce lasciate sul tubo di gomma usato per lo strangolamento e su una pala trovata poco distante dal luogo dove il cadavere è stato sotterrato dopo essere stato trasportato nel campo con un carrello del supermercato.

Sadik Ilhami, difeso dall'avvocato Andrea Fabio Scaccabarozzi, si dichiara innocente e punta il dito proprio contro il supertestimone S.S., ritenuto però attendibile dalla Procura di Monza, secondo cui invece l'imputato ha reso ripetute e contrastanti versioni dei fatti.

"E' possibile ipotizzare la presenza di altre persone sul luogo del delitto - ha dichiarato il pm nella sua requisitoria - ma non si può escludere l'imputato, che inizialmente ha addirittura negato di essere mai stato nel seminterrato. Invece il testimone ha corso un rischio folle di fare scoprire il cadavere e poi di essere a sua volta accusato dell'omicidio".

Di tutt'altro avviso Sadik Ilhami, che al processo ha anche presentato una radiografia del polso sinistro dove ha una protesi, per dimostrare che non avrebbe potuto stringere con quella mano con forza il tubo di gomma intorno al collo della vittima per strangolarlo. "Era S.S. ad avere contrasti con la vittima che aveva fatto da garante per il contratto di affitto della sorella ed è lui a risultare uno spacciatore di droga", è il commento dell'avvocato del 35enne condannato, che ora attende le motivazioni della sentenza per presentare ricorso in appello.