Desio: Omar Annaoui, ucciso e seppellito nel campo di grano. Resta solo un indagato

Un anno fa il ritrovamento del corpo del 53enne, ora la Procura ha chiuso le indagini nei confronti del 35enne Sadik Ilhami, marocchino come la vittima

Le operazioni di recupero del cadavere

Le operazioni di recupero del cadavere

Desio, 4 settembre 2023 - A un anno dall'omicidio di Omar Annaoui, il marocchino 53enne trovato seppellito il 28 agosto 2022 all'esterno dell'ex carcere di Desio, resta unico indagato per omicidio volontario e occultamento di cadavere il connazionale di 35 anni, che è ancora detenuto in carcere in attesa di andare a giudizio.

Indagini chiuse

La Procura di Monza ha infatti concluso le indagini nei confronti di Sadik Ilhami, che è stato sottoposto a fermo nel marzo scorso. Per più di sei mesi la morte di Omar Annaoui era stato un vero giallo: il corpo di un uomo ritrovato semi sepolto e decomposto sotto meno di un metro di terra, accanto alle mura di un vecchio carcere e a pochi metri dalla sede della compagnia dei carabinieri di Desio. Grazie alla segnalazione di un altro marocchino, che aveva anche indicato il luogo dove era avvenuto il delitto: un seminterrato dell’ex carcere.

Poi la svolta. Secondo gli inquirenti sarebbe stato Sadik Ilhami ad ucciderlo. Un’esecuzione spietata: prima lo avrebbe picchiato, colpendolo sul tronco e alla testa; poi gli avrebbe infilato un tubo di gomma attorno al collo e avrebbe stretto in una morsa fatale. L’omicidio – secondo la ricostruzione dei carabinieri di Desio – sarebbe avvenuto in un seminterrato dell’ex carcere, dove erano state trovate anche macchie di sangue, per motivi legati al mondo della droga.

Gli errori del killer

Dopo averlo trascinato fuori dal penitenziario, il presunto assassino avrebbe cercato di nascondere il cadavere, gettandolo frettolosamente dentro una fossa. A tradirlo sarebbero state alcune tracce lasciate sul tubo di gomma usato per lo strangolamento e su una pala trovata poco distante dal luogo dove il cadavere è stato sotterrato.

Il 35enne si protesta innocente e i pm titolari delle indagini sul delitto, Carlo Cinque e Marco Giovanni Santini, lo hanno messo faccia a faccia con il connazionale che ha segnalato il cadavere in un incidente probatorio che si è tenuto al Tribunale di Monza. Al confronto ha partecipato anche il difensore di parte civile dei familiari della vittima, interessati a seguire il procedimento penale per ottenere un risarcimento dei danni per la morte del congiunto.