DARIO CRIPPA
Cronaca

“Ora voglio bimbe vere”: gli archivi dell’orrore dei pedofili arrestati in Brianza

Negli ultimi due anni scoperti almeno tre casi di violenze su minori partite dalla rete. L’orco intercettato nel 2023: "Ho tanto materiale sul pc da avere la nausea”

Negli ultimi due anni scoperti almeno tre casi di violenze su minori partite dalla rete. L’orco intercettato: "Ho tanto materiale sul pc da avere la nausea, ora voglio bambine vere".

Negli ultimi due anni scoperti almeno tre casi di violenze su minori partite dalla rete. L’orco intercettato: "Ho tanto materiale sul pc da avere la nausea, ora voglio bambine vere".

Cercava ragazzine. Con un tratto in comune: dovevano appartenere a famiglie in difficoltà, in situazione di grave disagio economico e sociale, a volte figlie di ragazze madri. In modo da comprarsi le loro immagini pornografiche che potessero soddisfare i suoi più oscuri desideri. "Ho talmente tanto materiale che ne ho quasi la nausea… ora voglio bimbe vere". Confessa a un certo punto a un amico con cui condivideva il suo materiale.

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L’archivio dell’orrore

Estate di due anni fa. Brianza. Uno scenario dell’orrore quello scoperto dalla polizia postale di Milano. Protagonista, un uomo di 50 anni di Giussano che la Procura di Milano manda ad arrestare con le accuse di detenzione e cessione di materiale pedopornografico. In suo possesso, la polizia trova qualcosa come 400 file pieni zeppi di foto di minori. Anche di meno di tre anni. Diffusi in quella rete nascosta che è il cosiddetto dark web. Un archivio indecente e sterminato che nel giro di cinque anni l’uomo era riuscito a procurarsi pagando i genitori, e che a volte erano sfociati – così avevano ricostruito gli investigatori – in veri e propri tentativi di adescare alcune delle minori. Con le quali in chat si fingeva un ragazzo di poco più grande di loro lusingandole e promettendo amicizia e regali. Per fortuna, quando le vittime si erano rese conto delle sue reali intenzioni, erano riuscite sempre a interrompere questa conoscenza mefitica.

La battaglia contro la pedopornografia

È questa soltanto una delle inchieste contro la pedopornografia scoperte negli ultimi anni in Brianza dalla polizia postale. Un mondo sommerso e a tratti pauroso. Come quello scoperchiato sempre nel 2023 ma qualche mese più tardi, a novembre, dall’operazione “Primos”, che consente di portare alla luce un sodalizio criminale "finalizzato all’adescamento di minori, volto sia alla produzione di materiale pedopornografico sia a costringere (o convincere) i minori ad atti sessuali". Due adulti arrestati. La polizia postale di Milano (Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica) e i militari della Compagnia dei carabinieri di San Donato Milanese tirano le fila. E arrivano ad accendere i fari su un 27enne ecuadoriano residente nella provincia di Monza e Brianza, un rider che si dava anche al volontariato in un oratorio, e su un autotrasportatore italiano di 39 anni residente nel Cremonese. I due erano riusciti a catturare l’attenzione delle loro vittime (dagli 8 ai 17 anni) spacciandosi per loro coetanei, approfittando della loro ingenuità per convincerle a inviare materiale pornografico autoprodotto.

Ed è proprio adottando questa tecnica – fingersi cioè un ragazzo coetaneo o poco più grande – che a Monza lo scorso luglio un colombiano di 25 anni, spacciandosi per un 17enne su Instagram, aveva carpito la fiducia di una 13enne e l’aveva convinta a incontrarlo. Salvo poi trascinarla in un bosco dove aveva abusato di lei. Gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Monza lo avevano arrestato prima che prendesse un aereo per il Sudamerica.