
Lo skyline di Milano: negli ultimi quattro anni l'incidenza della spesa per la casa sul reddito è aumentata, in media, del 6% su tutto il territorio nazionale
Milano, 17 aprile 2025 – Il tasso di sforzo è uno degli elementi “nascosti” che più incidono, anche senza conoscerlo nel dettaglio, nella decisione se comprare o meno una casa, ma anche se prenderla o no in affitto.
Si tratta dell’indicatore che misura il peso della spesa per la casa sul reddito disponibile. Nel periodo post-Covid su tutto il territorio nazionale il suo valore medio ha preso il volo. Dall’ultimo trimestre 2020 allo stesso periodo del 2024 è aumentato del 6%, su entrambi i fronti. È salito dal 12 al 18% per l’acquisto e dal 24 al 30% per l’affitto. "Colpa” della perdita di potere d’acquisto delle famiglie italiane, con i salari rimasti sostanzialmente bloccati.
“Di conseguenza – afferma Vincenzo De Tommaso, responsabile dell’ufficio studi di Idealista – per molti nuclei familiari, sia l’affitto sia la rata del mutuo rappresentano una quota sempre più alta del reddito mensile. Questo fenomeno è particolarmente evidente nelle grandi città e nelle aree dove il mercato immobiliare è più attivo e competitivo”.
Il peso di un mutuo
Il capoluogo dove acquistare casa è diventato sempre più impegnativo negli ultimi 5 anni è Bolzano, con un balzo del 14% rispetto al 2020. Seguono Rimini, Napoli e Verbania (tutte su del 13%),
Firenze, Venezia, Milano e Monza hanno visto un incremento del peso per l’acquisto pari all’11%, mentre Roma registra un +9%.
Palermo e altri 13 capoluoghi mostrano una crescita in linea con la media nazionale (6%), mentre 54 città si mantengono sotto questo livello, con aumenti che vanno dal 5% di Lecco al 2% di Caltanissetta. Nessuna città ha registrato una diminuzione o una stabilità del tasso di sforzo per l’acquisto.
Le città con i tassi di sforzo più elevati sono Venezia (37%), Bolzano (35%) e Milano (33%), seguite da Rimini e Napoli (entrambe al 32%), Firenze (30%), mentre Roma si ferma al 27%. Queste città evidenziano come l'accesso alla proprietà immobiliare sia particolarmente gravoso in determinate aree del Paese. Al contrario, in altre città, come Biella e Caltanissetta, il tasso di sforzo è significativamente più basso, attestandosi all’8%, indicando una maggiore accessibilità al mercato immobiliare locale.
Affitto: quanto mi costi
Sul fronte della locazione lo sforzo cresce ovunque, dato anche il consolidamento del trend che vede una marcata riduzione dell'offerta di affitti a lungo termine e un conseguente aumento dei canoni.
In questo contesto, Firenze emerge come la città in cui l’impegno economico richiesto a un nucleo familiare per affittare un immobile è aumentato maggiormente rispetto al 2020, con un incremento del 21%, passando dal 27% al 48% del reddito destinato all’affitto.
Seguono Como con un aumento del 14% (dal 32% al 46%), Napoli e Roma entrambe con un incremento del 13%, raggiungendo rispettivamente il 47% e il 41% del reddito familiare da destinare al pagamento del canone, ben oltre la soglia di sostenibilità indicata dagli esperti.
Altri aumenti significativi si registrano a Vicenza (12%) e Venezia (11%). Milano segna un incremento a doppia cifra del 10% in cinque anni, con un tasso di sforzo che tocca ora il 40% del reddito familiare. Parma, Verona, Lodi, Lecce e Grosseto si allineano alla media nazionale del 6%. In 17 capoluoghi lo sforzo per l’affitto è rimasto stabile, mentre in 10 è addirittura diminuito – con Oristano a guidare il trend inverso (-6%).
I dati lombardi
Vediamo, nel dettaglio, i dati lombardi, così come riportati nello studio di Idealista.
Per quanto riguarda gli acquisti il tasso di sforzo a Bergamo, dall’ultimo trimestre 2020 all’ultimo trimestre 2024, è passato dall’11 al 20%, a Brescia dall’11 al 21%, a Como dal 14 al 22%, a Cremona dall’8 al 12%, a Lecco dal 14 al 20%, a Lodi dall’11 al 17%, a Mantova dall’8 al 13%, a Milano dal 23 al 33%, a Monza dal 13 al 24%, a Pavia dal 12 al 18%, a Sondrio dall’8 all’11%, a Varese dal 10 al 15%.
Sul fronte affitti, invece, dall’ultimo trimestre 2020 all’ultimo trimestre 2024 il tasso di sforzo a Bergamo è salito dal 19 al 28%, a Brescia dal 20 al 29%, a Como dal 32 al 46%, a Cremona dal 14 al 19%, a Lecco dal 18 al 25%, a Lodi dal 20 al 26%, a Mantova dal 19 al 20%, a Milano dal 32 al 40%, a Monza dal 23 al 28%, a Pavia dal 17 al 19%, a Sondrio dal 15 al 19%, a Varese dal 22 al 26%.