
Aumentano le persone e le famiglie in stato di povertà
Milano, 10 marzo 2025 – Milano, la città dai due volti dove avere un lavoro è automaticamente un sinonimo di potersi permettere una casa. I dati di Emergency mettono in luce ancora una volta uno dei nervi scoperti del capoluogo meneghino, quello del cosiddetto “lavoro povero”. Un’emergenza che si legge attraverso i numeri e i dati del progetto sociale della ong fondata 30 anni fa da Gino Strada.
Il progetto “Nessuno escluso”
Oltre la metà dei beneficiari che, nel 2024, si sono rivolti a “Nessuno Escluso” di Emergency ha riscontrato difficoltà nel reperire un alloggio e più del 70% di loro vive in abitazioni disagiate. Il progetto sociale è nato con l’obiettivo di garantire un accesso equo e inclusivo alla rete di prestazioni e servizi pubblici e privati di assistenza rivolti alle fasce più vulnerabili sul territorio milanese. Nel 2024, Nessuno Escluso ha seguito 2.056 famiglie, ovvero circa 8.000 persone e nel suo bacino di utenza gli italiani rappresentano la prima nazionalità (20%). Si registra, inoltre, nel 2024 un aumento della platea di persone provenienti dal Perù (20%) che, nel 2023, risultavano essere solo il 12%. Seguono egiziani (15%), marocchini (12%), georgiani (7%) e rumeni (4%) e ancora ucraini, bengalesi, ecuadoregni e filippini.
Il problema abitativo a Milano
Dai dati "emerge che, ad oggi, a Milano, essere regolarmente soggiornanti e avere un lavoro non significa potersi permettere una casa". Difficoltà economiche e affitti sempre più alti fanno sì che le persone abbiano difficoltà nell'ottenere un titolo abitativo e, dunque, avere una residenza che possa permettergli di accedere al welfare locale. I dati raccolti da Nessuno Escluso dimostrano che le criticità relative all'ambito lavorativo sono state risolte nel 58% dei casi, mentre la percentuale scende all'11% per i problemi relativi alle soluzioni abitative.
Il circolo vizioso
"Sul territorio milanese vediamo ripetersi un circolo vizioso: senza titolo abitativo, non si può avere una residenza e si resta esclusi da moltissimi servizi, sussidi o altri supporti sociali. Il 55% dei nostri beneficiari si imbatte in questo meccanismo che rende quasi impossibile ogni tentativo di emancipazione dalla propria condizione di marginalità - dichiara Marco Latrecchina, coordinatore del progetto Nessuno Escluso -. Circa il 60% dei nostri utenti vive in abitazioni "disagiate", a volte senza un contratto di affitto, ospite di altre famiglie, altre volte in sistemazioni abusive. Uscire da questo stato non è facile, soprattutto per la difficoltà nel migliorare la propria condizione reddituale, legata anche alla possibilità di accedere alle prestazioni sociali necessarie. Il fenomeno legato agli alti costi abitativi, la difficoltà ad accedere ad alloggi ERP (Edilizia Residenziale Pubblica), dell'housing sociale e del mercato privato, rende complesso per le persone ottenere un'iscrizione anagrafica, che permetterebbe un supporto più ampio anche per l'accesso al lavoro, e per poter usufruire del welfare territoriale e dei servizi che esso offre, e in generale, per esercitare una serie di diritti."