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Economia

Micam, una mostra per festeggiare l'edizione numero 100: “Per resistere ai dazi bisogna diversificare”

Giovanna Ceolini, presidente di Assocalzaturifici, in vista dell’evento ripercorre la storia e le prospettive del settore delle calzature

Giovanna Ceolini, presidente di Micam e Assocalzaturifici, e guida della Parabiago Collezioni

Giovanna Ceolini, presidente di Micam e Assocalzaturifici, e guida della Parabiago Collezioni

Milano – Cento edizioni e non sentirle. Micam si prepara a celebrare l’anniversario con i piedi a terra e lo sguardo rivolto al futuro. Ad anticipare la festa, i trend e le prospettive del settore Giovanna Ceolini, presidente di Micam e Assocalzaturifici, oltre che guida della Parabiago Collezioni.

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Il Micam si appresta a festeggiare 100 anni

Presidente, quali sono i momenti chiave nell’evoluzione del Micam e della filiera calzaturiera italiana?

“L’edizione numero 100 è un passaggio storico per l’intera filiera. I momenti chiave sono tanti, ma penso al passaggio da Bologna a Milano, che ha segnato un cambio di passo strategico, e all’internazionalizzazione sempre più spinta che ha reso la fiera un punto di riferimento globale. Micam ha saputo evolversi con il mercato, integrando nel tempo temi cruciali come sostenibilità, innovazione e formazione, restando fedele al Dna del Made in Italy. È cresciuto insieme alle nostre imprese, accompagnandole nei cambiamenti culturali, tecnologici ed economici nel settore”.

L’edizione 100 prevede anche una mostra celebrativa.

“La mostra “100 Steps into the Future” racconterà decennio per decennio l’evoluzione della calzatura. Dagli anni ’70 con le zeppe agli anni ’80 con tacchi scultura e stili audaci, al minimalismo delle sneakers anni ’90 e la fusione sport/moda dei 2000. L’ultimo decennio è segnato da sostenibilità, comfort, innovazione. È un omaggio alla creatività e uno sguardo alle sfide”.

Come è cambiata la calzatura in questi 50 anni?

“La trasformazione è stata profonda. Lo stile ha seguito l’evoluzione della società, adattandosi ai nuovi ritmi. I materiali sono diventati più performanti e sostenibili, con attenzione crescente a tracciabilità e impatto ambientale. I processi produttivi si sono digitalizzati, mantenendo però al centro la maestria artigianale. Il consumatore è più informato ed esigente, cerca valore: vuole un prodotto bello, etico, durevole e in linea con i propri valori”.

Quali le principali sfide per le aziende calzaturiere nell’export in un periodo difficile?

“L’instabilità globale impone alle imprese grande capacità di adattamento. I dazi statunitensi stanno creando criticità in un mercato di riferimento per noi. Le sfide sono anche le tensioni geopolitiche, le barriere non tariffarie e la volatilità delle valute. In questo scenario, le aziende devono rafforzare la loro presenza internazionale con strategie diversificate e mirate, supportate da un sistema associativo forte che sappia accompagnarle nei mercati più dinamici. Assocalzaturifici è molto attiva su questo fronte”.

Sostenibilità, artigianalità e innovazione: come riescono oggi a coesistere i tre elementi?

“Oggi non solo coesistono, ma si valorizzano a vicenda. La sostenibilità è diventata una scelta strategica, che parte da chi sa fare bene le cose: l’artigianato. Le imprese italiane stanno investendo in innovazione tecnologica, materiali a basso impatto e processi tracciabili, senza perdere il tocco umano e la cura del dettaglio. Micam dà visibilità a queste eccellenze, dimostrando che è possibile coniugare bellezza, etica, funzionalità e qualità”.

Quali sono le principali direzioni stilistiche e di consumo che stanno emergendo?

“Da un lato, cresce la richiesta di calzature comode e versatili; dall’altro, si cercano pezzi unici che raccontino un’identità. Il consumatore è più attento alla qualità, alla storia del prodotto e ai valori del brand. Stanno emergendo trend legati alla personalizzazione, all’uso di materiali innovativi e a una moda genderless e inclusiva”.

I mercati più promettenti per la calzatura italiana?

“Oltre agli Stati Uniti, mercato fondamentale, vediamo ottime prospettive in Asia – in particolare in Cina, Giappone e India – e nei Paesi del Golfo, che si confermano molto attenti al Made in Italy. È fondamentale per le aziende diversificare”.

Come si traducono le tendenze ibride nel settore calzaturiero e cosa sta emergendo dalle ultime collezioni?

“Le contaminazioni sono ormai parte integrante del prodotto. Le calzature ibridano sport e lusso, funzionalità e creatività, performance e design. Vediamo modelli che uniscono materiali tecnici con linee eleganti, o sneakers raffinate da indossare in contesti formali. Questo riflette uno stile di vita sempre più fluido, in cui lavoro, viaggio e tempo libero si sovrappongono. Le collezioni che vedremo a Micam confermano questa direzione, con prodotti trasversali, modulari e personalizzabili. La parola chiave è versatilità”.