ANNA MANGIAROTTI
Cultura e Spettacoli

Elisabetta Sgarbi e L’Isola degli idealisti: “Un film dove tutto è bugia nel segno di Scerbanenco”

A Sondrio la regista incontrerà il pubblico alla proiezione del film tratto dall’omonimo romanzo del grande scrittore milanese

Elisabetta Sgarbi editrice e regista cinematografica

Elisabetta Sgarbi editrice e regista cinematografica

Elisabetta Sgarbi sarà giovedì, alle 21, al Cinema Excelsior di Sondrio, per incontrare il pubblico alla proiezione del suo film “L’Isola degli idealisti”. Insieme all’attore Renato De Simone, che nella storia interpreta il ladro.

Un breve sunto?

“Sullo scoglio al centro di un lago, nella villa della famiglia Reffi (il padre ex-direttore d’orchestra, due inquieti figli, un’indecifrabile governante e suo marito), arrivano due ladri in fuga dalla polizia: Guido giocatore d’azzardo con la passione per la pittura, Beatrice sfacciata e fatale. Accolti con il proposito di redimerli. Ma saranno loro a cambiare la vita di tutti. Vicenda ripresa dall’omonimo romanzo di Scerbanenco, maestro del noir”.

De Simone in persona affascinerà le signore in sala. Perché ha scelto proprio lui per la parte di Guido?

“Attore serissimo. A teatro mi ha colpito subito per la generosità, e il talento, per come si muove. Un bel ragazzo, certo, come Guido. Che è anche artista, senza saperlo: questa “sprezzatura” Renato la risolve molto bene”.

Bella la villa delle Ginestre, teatro della vicenda. E poiché anche lo spazio è importante, dove si trova (se possiamo chiedere) ed è concessa facilmente per riprese cinematografiche?

“La villa è una grande tenuta non lontano dalla casa dei miei genitori. L’ho frequentata con mia madre soprattutto, e mio fratello Vittorio la conosce molto bene. I proprietari Viani, cortesi, sensibili, in tutto hanno agevolato le riprese. Guardando come set questa delizia estense, non ho potuto non notare la quantità e inamovibilità degli specchi. E li ho fatti diventare un elemento narrativo. L’immagine specchiata è in qualche modo una bugia: nel film tutti, o quasi, mentono”.

Anche lei, rispetto al romanzo, si è presa qualche libertà?

“Certo, com’è giusto. Nell’ambientazione: spostata al gennaio 1970. E nei personaggi, nel finale. Insomma, abbiamo avuto un libero confronto con il testo”.

Alla sceneggiatura infatti ha lavorato con Eugenio Lio, al quale ha detto di essere legata dalla passione per questo libro.

“Farne un film, sì, l’abbiamo deciso nel 2018, quando pubblicammo questo romanzo, che sembrava perduto: il primo di Giorgio Scerbanenco edito dalla Nave di Teseo”.

Da quanto risulta, Scerbanenco lo scrisse prima della Seconda Guerra Mondiale, durante l’esilio in Svizzera. Figlio di madre italiana, Volodymyr-Džordžo Šèerbanenko bambino era stato mandato in salvo in Italia quattro anni prima della caduta di Kiev, nel 1918, in mano ai russi, che sterminarono la sua famiglia. Un accenno alla guerra ora in corso tra russi e ucraini lo vogliamo fare?

“La storia di Scerbanenco, ma anche il romanzo di Yanislav Trofimov “Non c’è posto per l’amore, qui”, pure pubblicato dalla Nave, insegnano proprio quanto questo conflitto abbia radici storiche profonde. Se ci si appiattisce solo sulla cronaca, sarà difficile porre fine alla guerra”.

Inseguendo l’ideale della cultura anche come produttrice e regista, tra le oltre 70 opere realizzate dal 1999 (documentari, cortometraggi, lungometraggi e filmini musicali), quale lavoro più la soddisfa?

“Il lungo lavoro per realizzare “L’Isola degli idealisti”, il primo film di finzione, con un produttore che non ero io, con responsabilità più grandi. L’averlo tratto dal romanzo pubblicato dalla Nave è come aver disegnato un cerchio”.

Precisiamo, la presentazione a Sondrio non rientra nel programma della Milanesiana, altra sua creatura portata in trasferta in Valtellina...

“Importante precisarlo. La Milanesiana a Bormio nel mese di luglio fa parte di un ampio progetto nato anni fa con Paola Romerio Bonazzi (ora Assessore alla Cultura) e proseguito con l’attuale sindaco Silvia Cavazzi, nel segno di una cultura che non soffre di gelosie, di confini geografici e amministrativi, ma si diffonde”.

In Valtellina ai milanesi è sempre piaciuto andare in vacanza, lei non ci ha ancora girato un film?

“Ancora non è avvenuto. Aspetto l’ispirazione. Ma certo ci sono luoghi di grande suggestione”.