MANUELA MARZIANI
Cultura e Spettacoli

Tiziano Scarpa e Goldoni: "Moderno, ci parla ancora . E fa ridere dopo tre secoli"

Lo scrittore chiuderà a Pavia le celebrazioni per il commediografo veneziano che nel 1725 venne cacciato dal Collegio Ghisleri per un poemetto sulle donne "Col suo personale realismo ha rappresentato le classi sociali e i loro conflitti".

Tiziano Scarpa, 62 anni. Nel 2009 ha vinto il premio Strega con “Stabat Mater“

Tiziano Scarpa, 62 anni. Nel 2009 ha vinto il premio Strega con “Stabat Mater“

In comune hanno il luogo di nascita, Venezia, e anche la professione, romanziere, drammaturgo e poeta italiano. A separare Carlo Goldoni e Tiziano Scarpa, che con "Stabat Mater" ha vinto il premio Strega 2009 e il premio SuperMondello 2009, ci tre secoli. Esattamente 300 anni fa, infatti, Carlo Goldoni era uno studente del collegio Ghislieri. Lunedì alle 18 nell’aula goldoniana del collegio Ghislieri di Pavia, si terrà l’incontro "Goldoni visto da uno scrittore di oggi" con Tiziano Scarpa. L’appuntamento chiuderà il ciclo di celebrazioni dedicate al commediografo veneziano che per due anni dal 1723 al 1725 è stato alunno del Ghislieri.

Scarpa, che cosa ci ha lasciato Carlo Goldoni?

"Rispondere la riforma del teatro sarebbe riduttivo. Testo dopo testo, Carlo Goldoni ha edificato una gigantesca "commedia umana", un secolo prima di Balzac. Ha rappresentato le classi sociali e i loro conflitti, e lo ha fatto con il suo metodo realista: scegliere un fenomeno apparentemente secondario per guardare da quel punto prospettico tutta la società. In uno dei suoi primi lavori "L’uomo di mondo" mette in scena una lite tra due uomini che si insultano in modo motteggiante. Le persone che assistono in sala allo spettacolo rivedono sé stessi con allegria".

Lei ha detto che Goldoni è l’inventore della sit-com.

"Sì, tutto quel che accade si svolge lì, in tempo reale, sotto i nostri occhi, senza antefatti. Con un linguaggio semplice e popolare, nei suoi lavori descrive con realismo la società del suo tempo, i suoi difetti e le sue virtù. Rappresenta la realtà come fa il cinema, ma Goldoni lofa a teatro avendo di fronte uno spaccato".

Anche i luoghi con Carlo Goldoni diventano importanti.

"Sono diventati protagonisti. Pensiamo al campiello, alla bottega del caffè quando è diventato di moda uscire per bere un caffè e non consumarlo in casa, alla locanda. Ma non solo, ne "La casa nuova" si racconta la storia di un trasloco. Chi aveva mai pensato prima di raccontare questi aspetti della vita comune. E nei luoghi si sviluppano relazioni che per Goldoni sono fondamentali. Era un acuto osservatore delle relazioni".

Poi ci sono mode e costumi.

"Certo come la villeggiatura che era diventato un rito sociale, ma si concentra anche su un vizio diffuso come il gioco d’azzardo. Parla sistematicamente di soldi, di rapporti economici, di dislivelli di poteri, di disparità fra uomini e donne".

Proprio le donne sono state all’origine della cacciata di Goldoni da Pavia con ignominia per aver scritto un poemetto irriverente sulle signore più in vista della città.

"Era giovanissimo allora. Le donne piacevano molto a Goldoni e così è finito nei pasticci. Ma in realtà gli artisti dicono sempre quello che non si può dire, è una loro caratteristica. Goldoni è stato attaccato anche per "Le femmine puntigliose". In ogni città in cui è stata rappresentata ha ricevuto critiche perché il pubblico si sentiva colpito nel vivo, sembrava che parlasse alle donne di quel luogo. Ha dovuto dire d’aver scritto la commedia pensando a Palermo dove non era mai stato. In realtà il valore di Goldoni è quello di aver squarciato il velo dell’ipocrisia della sua epoca e lo fa ancora, perché è molto attuale".

Qual è la modernità di Carlo Goldoni?

"Trasporta i conflitti dalla violenza fisica a quella verbale. Goldoni è un autore modernissimo, che non solo ci parla ancora ma può insegnarci come guardare le cose... E poi suscita ancora risate. Tre secoli dopo, fa ancora ridere".