ROBERTA RAMPINI
Cultura e Spettacoli

Triennale, ecco l’elefante della Namibia di Jacopo Allegrucci

Nei giorni scorsi la balena azzurra dell’artista era stata data alle fiamme. La nuova opera sarà visibile fino al 2 settembre fa parte della serie "La fragilità del futuro" composta da quattro animali in cartapesta

Elefante della Namibia_photo Carola Di Clemente

Elefante della Namibia_photo Carola Di Clemente

Milano – Dopo la balenottera azzurra completamente distrutta da un atto vandalico lo scorso 14 luglio, questa mattina è stato collocato davanti all'ingresso della Triennale di Milano, l’elefante della Namibia, scultura monumentale di Jacopo Allegrucci. L'opera che sarà visibile fino al 2 settembre fa parte della serie "La fragilità del futuro" composta da quattro animali in cartapesta, l’elefante è la seconda opera, poi verranno esposti anche la giraffa di Rothschild (dal 3 settembre al 5 ottobre) e l’ippopotamo (dal 6 ottobre al 9 novembre).

"Accogliamo davanti a Triennale, dopo la balenottera azzurra, un elefante della Namibia, altra specie a rischio estinzione - dichiara Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano - La bellezza e la fragilità della cartapesta modellata da Jacopo Allegrucci, il suo richiamo a un ‘futuro fragile’ sono il miglior modo per invitare il pubblico a visitare la grande Esposizione Internazionale sulle diseguaglianze (Inequalities) che Triennale Milano ospita".

La serie di animali – balenottera azzurra, elefante della Namibia, giraffa di Rothschild e ippopotamo – realizzati da Allegrucci appositamente per Inequalities (fino al 9 novembre 2025) esprime una riflessione urgente e profonda sulla fragilità della nostra realtà ecologica e sulle disuguaglianze che segnano la nostra relazione con il mondo naturale. Le opere di Allegrucci, che traggono spunto dal processo di deperimento dei materiali, rappresentano un potente simbolo delle fratture ambientali e sociali che minacciano l’equilibrio della Terra.

L’artista, riproducendo alcune specie animali a rischio di estinzione, crea un parallelismo con la condizione fragile e temporanea della materia che le costituisce. La cartapesta, materiale riciclabile per eccellenza, diventa cosi il simbolo di vulnerabilità e deperimento destinato a subire i segni del tempo, soprattutto quando esposto direttamente agli agenti atmosferici.