
Max Angioni
MILANO – Questa volta é come se giocasse in casa. Visto che a Cernobbio quasi ci arrivi a piedi dalla sua Como. Educazione lacustre. Anche se sembra passato un secolo. E nel frattempo Max Angioni è diventato una specie di Figaro rossiniano: tutti lo cercano, tutti lo vogliono.
Ormai é complicato pure scambiarci due chiacchiere fra trasmissioni tv (Le Iene, Max Working), gli impegni social, le pubblicità tormentone. Agenda pienissima. Anche a teatro. Dove da un paio di stagioni sta girando con “Anche meno”, solo stasera in Villa Erba per il Lake Sound Park, il festival organizzato da MyNina. Storie minime e universali. Di un ragazzo di trent’anni e qualcosa, figlio unico. Che osserva divertito e perplesso il mondo.
“È un lavoro profondamente autobiografico – aveva raccontato a Il Giorno lo scorso anno, quando lo spettacolo passò ospite degli Arcimboldi –. E lo spunto nasce proprio intorno alla consapevolezza di fare molte cose, di essere sempre preso dagli impegni. Al che viene naturale domandarsi se quello che stai facendo è la scelta migliore o se forse conviene ridimensionare un po’ il tutto. Ma non è che arrivo a chissà quali risposte. È più una rielaborazione delle mie insicurezze”. Niente paura: serata ridanciana. Ma è possibile che si corra il rischio di sentirsi tirati dentro a qualche discorso. Si sorride infatti di sé stessi. Per ridere di tutti. Specie quando si toccano gli argomenti più importanti: dall’educazione sessuale alla morte del proprio cane. Che il ventaglio di sfumature è parecchio ampio.
“Forse c’è anche qualcosa di generazionale – continuava Angioni prima del passaggio milanese –. Vedo in tanti il bisogno di riumanizzare la propria vita, dare una misura diversa ad alcuni processi. Un atteggiamento che riguarda spesso i social, dove molti si prendono delle pause, rendendosi conto che non possiamo stare al ritmo di un software. Ma è un qualcosa che si nota anche nel mondo del lavoro: i ragazzi preferiscono fare scelte diverse di fronte a impieghi che ti sfiniscono 10 ore al giorno, sette su sette. C’è un cambiamento di valori”.
Rallentare quindi. O almeno provarci. Che a Milano solo se lo pensi qualcuno dietro ti suona subito il clacson. Non facile. Ma magari viene un pizzico meglio in compagnia di questo bravo ragazzo della provincia. Sorriso fresco, local. Ma risate che arrivano invece su scala nazionale. E oltre. Se si pensa che “Anche meno” aveva debuttato all’epoca con tre sold out in Europa: Amsterdam, Bruxelles e Londra. Tre anteprime che potrebbero avere aperto un orizzonte diverso al comico comasco. Chissà quindi in futuro. Sempre che rimanga uno spazietto per fare altro.