Milano, 23 luglio 2025 – Un nome d’arte scelto non per vezzo, ma per naturale inclinazione a travolgere con la propria energia tutto quello che incontra e poi restituirlo al mondo in una forma differente: Tami Tsunami è una figura complessa, difficile da afferrare e da incasellare. Un caleidoscopio di effetti luminosi. Ed è riduttivo definirla “quella di Onlyfans”. Prima di tutto perché Cinzia Di Nunno, in arte appunto Tami Tsunami, è fra le creator di Onlyfans con il maggior numero di abbonati in Italia. E poi perché, prima di essere una creator e una cantante, è un’imprenditrice.
Tami, parliamo subito del tuo ultimo singolo, ‘Maria’. Un singolo estivo che però ti riporta anche alle tue radici. Come è nato?
"Questa canzone rappresenta la voglia di scoprirsi, di festeggiare nel bel mezzo dell'estate, di ritrovarsi. Tutti abbiamo questo lato giocherellone, che vuole uscire un po’ dagli schemi. Dentro ognuno di noi c’è quel lato un po’ bambino che vuole giocare sulla spiaggia a rincorrersi. ‘Maria’ è il nome di mia nonna. Con la mia famiglia ho un legame molto forte e un rapporto molto importante. La mia famiglia mi mi guida, mi accompagna in tutto quello che faccio. Sono loro le prime persone con cui parlo quando prendo una decisione e loro quelle a cui faccio ascoltare una mia canzone appena l’ho registrata. Il loro è forse l’unico parere che ascolto davvero per le questioni importanti”.
Come ha reagito nonna Maria quando ha ascoltato la canzone?

“Si è commossa, perché non si aspettava di sentire il suo nome in una mia canzone. ‘Maria’ non è solo il suo nome, ma è anche la rappresentazione di tante cose del nostro passato, hanno ballato tutte in famiglia quando l’hanno sentita e questo mi ha riempito di gioia e orgoglio”.
Sei nata in un quartiere non proprio facilissimo di Milano (la zona di via Salomone, ndr), questo ha influenzato in qualche modo la tua crescita e il tuo modo di essere?
"Ha forgiato decisamente la donna che sono oggi. Sono stata cresciuta per lo più da donne. Mia mamma e mia nonna sono persone forti e determinate. Sono stata cresciuta per gran parte della mia vita soltanto da mia mamma, lei ha fatto un lavoro enorme. Poi è arrivato anche il suo compagno, che è una figura che io stimo follemente. Mi ha forgiato tanto questa situazione, mi ha fatto capire che devi lavorare sodo, magari il doppio o il triplo rispetto agli altri, per raggiungere i tuoi obiettivi. Però mi ha anche dato tanto, nonostante fosse un punto di partenza svantaggiato. Mi ha dato quei vantaggi che invece io oggi di comprendere tante sfumature della realtà e quindi in questo senso mi ha dato una marcia in più”.
C'è un episodio particolare della tua infanzia o della tua adolescenza che ti ha segnato in quel quartiere? Qualcosa che ti ricordi ancora oggi?
“Sì, ho vissuto un episodio di bullismo molto forte all’età di 13 anni. Stavo tornando da scuola, ero con una mia compagna di scuola e davanti al portone di casa sono stata accerchiata da alcune ragazze molto più grandi di me, che io non conoscevo. Hanno iniziato a colpirmi e a picchiarmi abbastanza pesantemente. All'epoca andava di moda il wrestling e portavano al collo catene con i simboli dei wrestler. Una di queste ragazze che mi stavano colpendo se l’è tolta dal colto, l’ha avvolta a una mano e ha iniziato a colpirmi anche così. E’ stata una brutta situazione”.
Come hai reagito?
"All’epoca quello in cui vivevo era un quartiere molto difficile e quindi avevi due strade: subire o essere la prima ad agire. Io ho scelto questa seconda strada: mi sono detta che una situazione del genere non mi sarebbe più dovuta capitare. E che se fosse capitata di nuovo avrei dovuto agire io per prima. In un quartiere del genere o mostravi di saper reggere il colpo o venivi affondato. E’ stata una bella batosta, ma anche quella situazione mi ha portato ad essere la persona che sono oggi”.
Sei cresciuta in una famiglia di donne. Come hanno preso queste donne la tua decisione di diventare content creator su Onlyfans? Come hanno reagito anche in considerazione di quello che il mondo esterno può pensare di questo che a tutti gli effetti è un lavoro?
“Io ho sempre messo sulla bilancia la mia felicità e il giudizio altrui e ha sempre pesato decisamente di più la prima. La mia famiglia conosce molto bene me e sa benissimo che tipo di persona sono, quindi in qualche modo un po’ si aspettavano una scelta del genere. Poteva essere una decisione ‘da me’. Il fatto di di andare un po’ controcorrente, fare qualcosa che probabilmente non era ben visto, le ha un po’ preoccupate. Inizialmente non lo erano tanto per me quanto per la società di oggi che punta sempre il dito senza conoscere la persona, senza avere la sensibilità di capire chi sia davvero nella sua essenza. So di altre ragazze che non sono appoggiate dai genitori. Ragazze che usano uno pseudonimo e alle quali gli stessi genitori non parlano più per questa scelta che hanno intrapreso. In realtà non è il lavoro che fai a renderti la persona che sei”.
A proposito del lavoro che fai, ti arrivano critiche per questo?
"Sì. E l’aspetto più inspiegabile è che le critiche maggiori, a volte anche le offese, mi vengono rivolte da donne. Donne che probabilmente sono o sono state nella loro vita bersaglio di una discriminazione anche solo in quanto donne. Succede nell’ambiente lavorativo, per strada o comunque nella vita quotidiana e questo mi rende triste perché io sono molto sensibile e ho difficoltà a giudicare qualcuno al primo impatto. Mi faccio sempre mille domande, cerco di capire chi ho davanti. Ricevere critiche e offese immotivate dalle donne è la cosa che mi fa più male. L'uomo è l'uomo è quasi un po’ indottrinato, è abituato che una cosa è in un modo o nell’altro. La donna, però, che lo vive tutti i giorni sulla propria pelle come fa a non avere la sensibilità di mettersi nei panni del prossimo? Però non mi abbatto. Mi è capitato spesso, anche dal vivo, di aver ricevuto qualche critica e di essere però poi riuscita a far cambiare idea alla persona che avevo di fronte attraverso il dialogo. Ed è una bella soddisfazione perché fai capire a chi hai davanti che che sei una persona normalissima, che hai i tuoi sogni, i tuoi sentimenti, che sei un essere umano in tutto e per tutto”.
In un momento in cui si parla tanto di femminicidio, di violenza sulle donne, si rischia poi di trascendere e si rischia di comunicare un'immagine non che non è quella che dovrebbe avere una donna. Tu ti senti in qualche modo responsabile di questa cosa? Quando ti dicono che tu così calpesti i diritti e l’immagine delle donne, come rispondi?
“Rispondo che avere il il controllo totale del proprio corpo, decidere di fare con il proprio corpo quello che si vuole è proprio un'emancipazione nel senso che il mio corpo è mio e proprio per questo voglio farne qualsiasi altra cosa. Questo però fa paura perché il corpo di una donna è il tema attorno al quale in assoluto si è sempre sviluppato il maggior dibattito”.
Cosa auguri a Tami Tsunami?
"Di rimanere sempre fedele a se stessa, alle cose in cui crede. E di non nascondersi dietro un dito. Di combattere sempre per quello in cui crede”.
Hai un sogno nel cassetto?
"Certo. Mi piacerebbe in futuro comprare un ranch, riempirlo di animali e di cani. Adoro i corgi, i basset hound. Vorrei realizzarlo insieme alla persona con la quale sto da sette anni e vivere inssieme una vita molto semplice”.