
Dopo una balenottera azzurra, incendiata da un vandalo a luglio, e sostituita prontamente da un elefante, adesso tocca a una...
Dopo una balenottera azzurra, incendiata da un vandalo a luglio, e sostituita prontamente da un elefante, adesso tocca a una giraffa finire in bella mostra, esposta di fronte all’ingresso della Triennale, tempio del design e dell’architettura nel cuore della città.
La scultura – perché di questo si tratta, con il suo lungo collo curvato all’ingiù – si intitola La giraffa di Rothschild e ieri ha preso il posto del suo predecessore, L’elefante della Namibia. Rimarrà in esposizione fino al 6 ottobre, quando passerà il testimone a un ippopotamo. Questi quattro animali, tutti fatti in cartapesta, sono frutto della fantasia dello scultore Jacopo Allegrucci e fanno parte della serie La fragilità del futuro, nata in occasione dell’Esposizione Internazionale Inequalities, alla sua ventiquattresima edizione, che quest’anno ha per tema le disuguaglianze.
Gli animali della serie e il materiale che li compone rappresentano una stretta condivisione di significati, un simbolismo che parla di fragilità e di come sia necessario conservare, avere cura di ciò che rischia di essere cancellato dalla mano dell’uomo, rendendo così il mondo ancora più spoglio di bellezza.
Non è un caso, infatti, che questi animali siano tutti in via di estinzione, e la cartapesta è la concretizzazione di tale concetto, in quanto materiale “vulnerabile”, non riciclabile in eterno. Un messaggio di ecologismo e di preservazione, quello di Allegrucci, artista ormai famoso proprio per le sue creazioni modellate attraverso elementi facili da distruggere, voce di una biodiversità in pericolo.
Edoardo Cassanelli