
Buona parte del milione e 300mila studenti tornerà in classe venerdì ma c’è chi ha già iniziato ieri l’anno scolastico. Ci vorranno almeno due settimane prima che la macchina organizzativa vada a regime
Milano – Prime campanelle diversificate nelle scuole lombarde. Buona parte del milione e 300mila studenti tornerà in classe il 12 settembre, ma c’è chi ha già iniziato ieri l’anno scolastico e chi inizia oggi o domani, per effetto dell’autonomia scolastica. Sul rientro in classe si allunga l’ombra della crisi demografica. Secondo i dati dell’Istat, nel giro di vent’anni la Lombardia rischia di perdere oltre 200mila studenti. Nel 2024 la regione contava un milione e 332mila di residenti tra i 6 e i 19 anni, mentre nel 2044 le proiezioni dell’Istat prevedono che, in quella fascia d’età, ci saranno un milione e 109mila residenti (tenendo conto anche dei flussi migratori), con un’erosione del 16,1%. Se fino ad ora l’impatto del calo della natalità si è riversato soprattutto su infanzia e primarie, l’onda ha ormai raggiunto pienamente le scuole medie, mentre sembrano resistere per ora le superiori.
Nell’anno che parte, tra divisioni e polemiche sul divieto di portare lo smartphone in classe, non sono solo gli studenti a mancare: sui siti dei diversi uffici scolastici provinciali si è già alla pubblicazione del secondo bollettino di interpelli, con i posti che derivano da part time attribuiti dopo il 1° settembre, dalle rinunce e mancate prese di servizio del primo bollettino, ma anche eventuali nuove disponibilità sopraggiunte dopo l’elaborazione del primo bollettino e posti resi disponibili dopo i controlli effettuati dalle scuole sui titoli e conseguente revoca nomina.
Nella prima fase di stabilizzazione sono stati assunti 3.637 docenti, di cui 750 sul sostegno, 1.248 insegnanti di religione e poco più di duemila tra ATA e funzionari. Il rovescio della medaglia, come denunciato dalla Flc Cgil Lombardia, è che solo il 36% dei posti di ruolo è stato coperto e solo il 14% sul sostegno. A settembre si riparte, quindi, con circa 24mila supplenze, un quarto del corpo docente, da trovare tra graduatorie spesso esaurite, con difficoltà soprattutto sul sostegno. I posti per la specializzazione messi a disposizione dagli atenei sono pochi rispetto alla necessità, per cui si fatica a formare tutti i docenti di cui ci sarebbe bisogno: un cortocircuito di cui fanno le spese studenti e famiglie. Tanti i supplenti anche tra il personale Ata, 6.000, circa il 20% dei posti complessivi.