REDAZIONE MILANO

Un elefante alla Triennale. Nuova opera dopo il rogo

Posizionata davanti all’ingresso di viale Alemagna la scultura di Allegrucci. Il 14 luglio un piromane (poi fermato) aveva dato fuoco alla Balenottera.

Posizionata davanti all’ingresso di viale Alemagna la scultura di Allegrucci. Il 14 luglio un piromane (poi fermato) aveva dato fuoco alla Balenottera.

Posizionata davanti all’ingresso di viale Alemagna la scultura di Allegrucci. Il 14 luglio un piromane (poi fermato) aveva dato fuoco alla Balenottera.

Prima la balena, ora l’elefante. Dopo il rogo che ha distrutto la scultura di Jacopo Allegrucci nella notte del 14 luglio, davanti all’ingresso della Triennale è arrivata una nuova opera dello stesso artista.

È, appunto, un elefante della Namibia realizzato in cartapesta visibile fino al 2 settembre, fa parte della serie “La fragilità del futuro“ ed è la seconda opera a essere presentata dopo la balenottera azzurra, esposta dall’apertura della 24ª Esposizione Internazionale fino allo scorso lunedì 14 luglio, quando è stata distrutta da un atto vandalico. Nella notte infatti un 32 enne di origini egiziane aveva appiccatop il fuoco alla scultura distruggendola completamente. Alla mattina della balenottera era rimasta solo cenere. L’uomo era stato poi fermato in mattinata dalla polizia, non ha però motivato il suo gesto, se non con frasi confuse e sconnesse. Sul rogo era intervenuto anche il ministro della Cultura Alessandro Giuli: "L’incendio - aveva detto - è un atto vile e insensato che colpisce non soltanto un’opera di straordinaria forza simbolica, ma anche la cultura, la libertà creativa e la coscienza civile del nostro Paese".

La serie di animali - balenottera azzurra, elefante della Namibia, giraffa di Rothschild e ippopotamo - realizzati da Allegrucci appositamente per l’esposizione internazionale che quest’anno si intitola “Inequalities“ - esprime una riflessione "sulla fragilità della nostra realtà ecologica e sulle disuguaglianze che segnano la nostra relazione con il mondo naturale". Le opere di Allegrucci, che traggono spunto dal processo di deperimento dei materiali, rappresentano un potente simbolo delle fratture ambientali e sociali che minacciano l’equilibrio della Terra.

L’artista - spiega la Triennale - riproducendo alcune specie animali a rischio di estinzione, crea un parallelismo con la condizione fragile e temporanea della materia che le costituisce. La cartapesta, materiale riciclabile per eccellenza, diventa cosi` simbolo di vulnerabilità e deperimento destinato a subire i segni del tempo, soprattutto quando esposto direttamente agli agenti atmosferici. Dopo l’elefante della Namibia, davanti alla Triennale verranno esposti anche la giraffa di Rothschild (dal 3 settembre al 5 ottobre), e l’ippopotamo (dal 6 ottobre al 9 novembre).