Pioltello, si rompe il binario: strage sul treno dei pendolari/ FOTO e VIDEO

Più di cento feriti nel deragliamento del treno Cremona-Porta Garibaldi. Inchiesta per disastro colposo: "Colpa di un binario saltato"

Treno deragliato a Pioltello e il punto dove ha ceduto la rotaia

Treno deragliato a Pioltello e il punto dove ha ceduto la rotaia

Milano, 26 gennaio 2018 -  Ore 6.57, il momento del dramma. Attimi infiniti. Urla e lamenti che si rincorrono nell’alba umida di Seggiano, frazione di Pioltello alle porte di Milano. Ci sono decine di persone intrappolate in un parallelepipedo di lamiere aggrovigliate, soccorse in pochi minuti da sanitari del 118, vigili del fuoco, carabinieri e polizia. Tre non ce la faranno. Ida Maddalena Milanesi, Giuseppina Pirri e Pierangela Tadini sono le vittime della strage dei pendolari. Una tragedia che, secondo una prima ricostruzione, sarebbe stata innescata dalla rottura di un pezzo di binario di 23 centimetri, staccatosi all’altezza di una giuntura e precipitato 20 metri più avanti. Una tragedia sulla quale stanno indagando il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e i pm Leonardo Lesti e Maura Ripamonti, che hanno aperto un fascicolo per disastro ferroviario colposo: imminente l’iscrizione nel registro degli indagati dei vertici legali e della sicurezza di Rfi, la società che si occupa di gestire e manutenere l’intera infrastruttura nazionale; non è escluso che, per compiere altri accertamenti tecnici, gli approfondimenti degli inquirenti si estendano pure ad alcuni responsabili di Trenord. 

Nel frattempo, è stata sequestrata la scatola nera del convoglio per analizzarne i dati; e sono stati anche sigillati i vagoni e l’intera area in cui è avvenuta la tragedia, con acquisizione di tutta la documentazione relativa a manutenzione e lavori su quel tratto di binari (non ne risultano in corso né in programma, precisano da Rfi). Allo stato, anche se in questa prima fase non si può escludere a priori alcuna ipotesi, nemmeno la più remota di un sabotaggio, la pista più battuta porta alla rottura di un pezzo di binario della lunghezza di 23 centimetri a 2,3 chilometri di distanza dal luogo del definitivo deragliamento; rottura che sarebbe stata causa e non effetto della strage. Ecco la ricostruzione. Sono da poco passate le 6.50 di ieri, il treno 10452 partito alle 5.32 da Cremona sta per arrivare nella stazione di Limito di Pioltello: a bordo ci sono più di 300 passeggeri, quasi tutti pendolari che percorrono quel tragitto (uno dei più battuti della Lombardia) ogni giorno.

A un certo punto, i viaggiatori si accorgono che il mezzo sta andando alla deriva: è l’attimo in cui salta il piccolo tratto di rotaia in corrispondenza di una giuntura, innescando la reazione a catena. In una foto scattata poco dopo si nota un binario nuovo a due passi da quel punto, il che fa pensare a una sostituzione imminente e a una conoscenza pregressa del problema; tuttavia, da Rfi assicurano che non erano in programma nell’immediato interventi. Il treno, manovrato da un macchinista molto esperto, sta viaggiando a una velocità di circa 140 chilometri orari, quella consentita. All’ingresso nello scalo di Pioltello, le telecamere di videosorveglianza immortalano il principio della tragedia: una lunga scia di scintille, traversine in frantumi e sassi che volano a mo’ di proiettili; nelle immagini si nota un uomo che si volta e inizia a correre terrorizzato. In sostanza, una parte del convoglio sta di fatto avanzando sulla massicciata, non più sulle rotaie.

Nei vagoni si scatena il panico: «Mamma, stiamo deragliando», la chiamata alle 6.55 di Giuseppina alla madre, che invano le urla di mettersi in salvo. Dopo circa un chilometro, quando il treno si trova nei pressi della frazione Seggiano, la parte centrale si stacca definitivamente. Il macchinista, accortosi dell’anomalia da «una forte vibrazione», aziona il sistema frenante: «Ormai era tardi», metterà poi a verbale davanti agli investigatori, che al momento non gli attribuiscono responsabilità. Il terzo e il quarto vagone travolgono tutto quello che si trovano davanti: «Volavamo da una parte all’altra», racconta un ferito. «Aiutatemi, sono qui», le voci che guidano i soccorritori. Parte la spola tra i binari e la radura diventata per una mattinata base di partenza di ambulanze ed elicotteri. Più di 100 persone vengono estratte dal groviglio di lamiere, la stragrande maggioranza delle quali in condizioni non preoccupanti. Cinque pazienti vengono ricoverati in codice rosso, ma nel pomeriggio il loro quadro clinico esclude il pericolo di vita. Niente da fare, invece, per Ida, Giuseppina e Pierangela. 

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