Treno deragliato a Pioltello, passeggeri sotto choc: "Usciti vivi dall'inferno"

Ad alcuni sembra di aver vissuto mezz’ora di terrore, ma erano una manciata di minuti

Treno deragliato a Pioltello

Treno deragliato a Pioltello

Milano, 26 gennaio 2018 - «Ora moriamo tutti». Lo choc, la paura. I passeggeri, i sopravvissuti del deragliamento sono ancora frastornati. Ad alcuni sembra di aver vissuto mezz’ora di terrore, ma erano una manciata di minuti, un paio, da quando il treno «ha iniziato a traballare», ricorda Massimo Torelli, 52 anni: «Eravamo appena passati dalla stazione di Pioltello quando abbiamo iniziato a sentire i rumori. Ricordo la gente che urlava, la donna vicino a me gridava aiuto. Mi sono calato da un finestrino».

Vetri ovunque, rotti dai sassi che sbattevano violenti sui finestrini, poi «il buio. È rimasta accesa solo la luce di una carrozza, l’ultima. Non si vedeva nulla, la gente piangeva, qualcuno gridava che era incastrato tra i sedili, non si capiva niente», ricorda Antonella D’Angelo, 30 anni. Lei come gli altri stava raggiungendo il posto di lavoro, partita da Treviglio, come Silvia Biancini, 34 anni: «I vetri sono esplosi sotto i miei occhi, ho visto la carrozza che si piegava, in obliquo: abbiamo percorso così almeno due chilometri. Mi sono attaccata alla porta scorrevole tra i due vagoni. Ho pensato: ora muoio, moriamo tutti». Sconvolto anche Emilio Mascia, 60 anni, che stava andando al Teatro alla Scala di Milano, dove lavora come tecnico: «Vicino a me c’erano tre persone piene di sangue, tagli ovunque, non vedevo più nulla. Non erano neanche le 7, era tutto buio».

Si sentono miracolati: «Ero nel vagone davanti, ho visto la gente che usciva dalle porte rotte, il treno era sventrato, noi portavamo fuori i corpi dei feriti. Alcuni sono rimasti bloccati dentro il vagone: le porte rotte, da sotto qualcuno cercava di rompere i vetri», racconta Filippo Di Gloria, 48 anni. Vicino a lui c’era Giampietro Recanati: «Scintille, fumo, una polvere che sembrava nebbia. Mi sono aggrappato alla poltrona, sentivo solo le grida, non ricordo altro, tutto buio». Ancora sotto choc Mahamoud Wahid: «Il treno era pienissimo, ho sentito come un botto, abbiamo iniziato a sbandare, non ho capito più nulla. Uno spavento enorme». Lui come gli altri accolti nei centri di smistamento allestiti nel palestrone di Segrate e nella scuola di Pioltello, se la sono cavata con qualche contusione e tanta paura. I loro angeli sono stati i vigili del fuoco, i soccorritori del 118 e i circa 80 volontari della protezione civile.

In prima linea quelli di Segrate, coordinati da Nunzio Brognoli: «Mai vista una cosa del genere -  dice Brognoli, che fa fatica a trattenere le lacrime -. Corpi ovunque, gente che urlava. Erano immobilizzati dalla paura, gli psicologi li hanno assistiti subito. Talmente sconvolti, i passeggeri, che non riuscivano neanche a parlare. È stato un inferno». Il collega di Pioltello, Claudio Dotti: «Una scena apocalittica che non scorderò mai più».

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