
Maggiolina, cittadini contro un progetto con piscina tra villette liberty: "Ci rivolgeremo a Tar e Procura". La risposta: "Autorizzato". Da via Arbe a via Crema, viaggio tra le ceneri di storiche palazzine demolite.
di Marianna Vazzana
"Da palazzina modesta a condominio di lusso con piscina sul tetto, in una via di villette a schiera del 1920 con fregi liberty, nate per i ferrovieri. Ci stiamo opponendo con tutte le nostre forze a questo progetto che ci toglierà aria e luce e non si armonizza con il contesto". In prima linea, agguerrito, c’è Federico Carra, portavoce degli abitanti di via Vivaldi, una stradina perpendicolare a via Emanuele Muzio nel quartiere Maggiolina. "Abbiamo creato un gruppo – spiega – che riunisce 20 famiglie contrarie a questa operazione". Parla del progetto di via Vivaldi 1: dove oggi c’è una villa di due piani, con sottotetto, arriverà una palazzina con quattro unità immobiliari e ampi spazi esterni. "Una struttura che avrà un piano in più, recuperando il sottotetto, e che si estenderà anche nella porzione sul retro rompendo l’allineamento con le villette confinanti e togliendo la visuale ai vicini. Cinque alberi ad alto fusto sono stati abbattuti", sottolinea Carra. Sul cartello si legge "Ristrutturazione di edificio residenziale", con inizio lavori risalente allo scorso 18 febbraio. Mentre la fine è prevista per il 30 marzo 2026. Ma lo scorso 22 maggio, tramite Pec, il cittadino ha inviato una "diffida alla società Novus Milano Srl (il committente, ndr) dal proseguire ulteriormente con la demolizione della villetta, dal procedere con la edificazione e dall’alterare lo stato dei luoghi così come era fin dal 1919". Nelle settimane scorse ha ricevuto risposta dalla Direzione specialistica Attuazione diretta Pgt e Sue del Comune, la quale ha riscontrato "in merito alla Scia alternativa al permesso di costruire" in via Vivaldi 1 che "la Commissione per il Paesaggio ha espresso parere favorevole nella seduta n. 41 del 30/11/2023". Ancora, che l’intervento è stato "autorizzato con comunicazione dell’efficacia il 18/11/2024, riguarda una ristrutturazione edilizia senza la demolizione di edificio esistente e il recupero abitativo del piano sottotetto" e che "è conforme al Pgt del Comune". Per "ampliamento e realizzazione di piscina al piano terzo in variante alla Scia", il piano "è in istruttoria presso questo ufficio e non ancora autorizzato". Intanto, sulla facciata, si legge "Vendesi". "Tutto il procedimento è stato ritenuto legittimo", risponde il referente dell’agenzia immobiliare. "Non ci spieghiamo questo astio". Ma i cittadini non demordono. "Abbiamo richiesto per l’ennesima volta la documentazione sul parere della Commissione Paesaggio, che è la condizione su cui poggiano tutti i “sì“, e sull’atto di efficacia. Vogliamo vederci chiaro, anche perché i firmatari di questi atti, per altri progetti, sono indagati dalla Procura e per l’ex presidente della Commissione Paesaggio sono stati disposti i domiciliari. Noi, per semplici ristrutturazioni, abbiamo dovuto seguire regole rigidissime, mantenendo i colori originali delle villette e le sagome delle finestre. Ora è possibile snaturare? Ci rivolgeremo al Tar e presenteremo un esposto in Procura". Non solo. Federico Carra ha scritto una lettera aperta al sindaco Sala sottolineando che "la “rigenerazione urbana” sta diventando sottrazione civica, dissoluzione del tessuto storico". Nella lettera cita anche il caso della “Torre Stresa“, nel quartiere, il grattacielo di 80 metri e 24 piani oggetto di indagini per presunti abusi edilizi. Sempre in Maggiolina aveva creato scalpore pure l’intervento tra le vie Tullio Morgagni e Arbe, dove nel 2023 la villetta neo-medievale-liberty, non vincolata, è stata demolita in buona parte per creare un edificio residenziale (con stesso committente e progettista di via Vivaldi). Ora la nuova palazzina è conclusa e richiama solo in parte lo stile originale. Un caso che aveva seguito quello della “casa a graffito“ tra via Crema e piazza Trento a Porta Romana: nella primavera del 2023, la dimora in stile eclettico-neo rinascimentale del 1926 fu abbattuta per fare spazio a uffici e immobili di lusso. Non c’era vincolo ma il quartiere si mobilitò per salvarla. Una situazione, anch’essa, finita sotto la lente della Procura a gennaio 2024. Poi dalla commissione comunale è arrivato lo stop alla costruzione. Ora resta il vuoto. Comunque andrà a finire, quel gioiello è perduto per sempre.