Caso Alessia Pifferi, sciopero degli avvocati il 4 marzo: una protesta contro l’inchiesta bis del pm

Nella nota, la Camera penale sottolinea la gravità del comportamento del sostituto procuratore che ha avviato l’indagine sul difensore dell’imputata e su due psicologhe di San Vittore. La Procura: “Togliere il caso al pm”

Alessia Pifferi insieme al suo avvocato, Alessia Pontenani

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Milano, 12 febbraio 2024 – Confermato lo sciopero degli avvocati penalisti del foro di Milano il prossimo 4 marzo. Si tratta di una decisione del Consiglio direttivo della Camera penale di Milano in relazione alle vicende legate al processo contro Alessia Pifferi, la donna accusata di aver lasciato morire di stenti la figlia Diana di soli 18 mesi.

In una nota gli avvocati hanno sottolineato la volontà di “tutelare la serenità del processo e dunque dell'imputato che lo subisce. Il diritto di difesa e di esercizio del diritto alla prova nel processo che sono stati pericolosamente intaccati dalla condotta del pubblico ministero” Francesco De Tommasi.

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Il riferimento è all’avvio di un’inchiesta parallela al processo che riguarda due psicologhe del carcere di San Vittore che, d'accordo con l'avvocatessa Alessia Pontenani, avrebbero aiutato Pifferi ad ottenere nel processo la perizia psichiatrica, che è in corso, falsificando il suo "diario clinico” e un test psicodiagnostico, che non potevano usare e che ha accertato un grave deficit cognitivo della donna.  Inchiesta di cui non era stata informata l’altra pm del processo, Rosario Stagnaro, che di conseguenza aveva deciso di rinunciato all'incarico

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Per la Camera penale di Milano il procuratore Marcello Viola, preso atto del “contrasto insanabile” tra il pm De Tommasi e la collega Rosaria Stagnaro, dovrebbe “riassegnare” entrambi i procedimenti, ossia il processo in corso e le nuove indagini, ad altri pm. In pratica, hanno chiesto che Viola tolga entrambi i procedimenti a De Tommasi. E ciò anche per la "peculiare situazione processuale determinatasi a seguito dell'indagine parallela”. 

Gli avvocati hanno inoltre sottolineato come il pm: “Anziché contestare la prova durante il processo, ha usato impropriamente il suo potere investigativo, rischiando di intimidire difensore, personale sanitari, consulenti, periti e, in ultima analisi, i giudici che, ne siamo certi, non consentiranno ingerenze”.

“Crediamo che debba esserci una compatta reazione contro condotte al di fuori delle regole del sistema processuale ed invitiamo i dirigenti degli uffici giudiziari a confrontarsi con gli avvocati penalisti sui temi posti nella delibera”, ha spiegato ancora la Camera penale milanese formalizzando lo sciopero.

E ha scritto anche che, tra le altre cose, “vi sono forti dubbi in ordine al rispetto delle disposizioni contenute nel progetto organizzativo della stessa Procura, che fornisce precise indicazioni in ordine alle modalità di iscrizione delle notizie di reato, prima tra tutti il divieto di auto assegnazione, e che prevede, comunque, l'intervento del Procuratore aggiunto di turno”.

Non solo il pm Stagnaro, ma nemmeno gli aggiunti sarebbero stati informati della nuova tranche d'indagine e il procuratore Viola sta ora verificando se quell'inchiesta, condotta dalla Polizia penitenziaria, sia partita da uno stralcio del fascicolo processuale o se, invece, sia stato aperto un fascicolo autonomo e in questo caso il pm sarebbe stato tenuto ad informare i vertici dell'ufficio. E non avrebbe potuto autoassegnarsi il fascicolo.

Lo sciopero dei penalisti milanesi sarà anche simbolico perché si terrà proprio in concomitanza con la prossima udienza del processo a Pifferi, che riprenderà dopo il deposito della perizia psichiatrica.