Milano, 30 novembre 2024 – Fares Bouzidi, il ragazzo che guidava il motorino sul quale viaggiava anche Ramy Elgaml, si è svegliato dal coma farmacologico al San Paolo dov'e' ricoverato. La notizia è arrivata da fonti legali vicine alla famiglia. Il giovane tunisino è stato formalmente arrestato per resistenza a pubblico ufficiale ed è indagato per omicidio stradale. Nel frattempo, in centinaia questa sera hanno preso parte alla fiaccolata in memoria del 19enne morto in scooter durante l’inseguimento con i carabinieri nella notte tra sabato e domenica scorsi. Assente, però, la famiglia di Ramy. “Non è il momento di fare una fiaccolata” aveva detto ieri il papà. Ed era tornato a chiedere di abbassare la tensione. “Quando benediremo Ramy, andremo al cimitero. Se vogliono fare una fiaccolata non c'è problema, ma noi siamo lontani da questa cosa, restiamo a casa”.
La fiaccolata
Il corteo è partito alle 19 da piazzale Gabrio Rosa, nel quartiere Corvetto di Milano, dove viveva il ragazzo e dove nei giorni scorsi si sono verificati diversi disordini. Alcuni amici di Ramy hanno esposto una grossa fotografia del ragazzo e per strada è stato affisso anche uno striscione a firma del centro sociale Lambretta con scritto: “Ma quale sicurezza? Verità per Ramy e Fares”.
Alla partenza, il corteo, al quale ha partecipato almeno un centinaio di persone, ha imboccato via Mompiani, dove abitava Ramy e gli amici hanno chiesto di percorrerla in silenzio “per rispetto. Tanta gente - ha detto un amico - ci ha detto di non passare di qua per evitare brutti ricordi ai genitori e al fratello. Noi abbiamo deciso di passare in silenzio: in ricordo del nostro amico”. Gli organizzatori hanno aggiunto che “chi ha la minima intenzione di far sfociare questa fiaccolata pacifica in qualcosa di violento, se ne può andare perché non è ben accetto”. Ad accompagnare la marcia, una cassa che diffonde versetti del Corano. In testa al corteo è poi stato aggiunto un lungo striscione con scritto “I nostri quartieri uniti nel vostro dolore”.
Nonostante il freddo e la nebbia, il corteo è arrivato in via Ripamonti, luogo dell'incidente in cui ha perso la vita Ramy. Sotto al palo dove in questi giorni sono stati deposti mazzi di fiori e immagini in ricordo di Ramy, un gruppo di donne ha posato un grande ritratto del ragazzo, tra il pianto e gli applausi dei presenti.
“Stasera – ha detto una delle organizzatrici - camminiamo e abbiamo camminato per chiedere verità e giustizia per Ramy e Fares”. “La domanda insistente sul perché Ramy e Fares scappavano – ha aggiunto - è particolarmente grave, lasciando intendere implicitamente che i due giovani siano stati responsabili del proprio destino. Ma dov'è la responsabilità delle istituzioni? E dov'è la responsabilità di tutela che dovrebbero avere le forze dell'ordine, quando davanti ai nostri corpi significa solo pericolo?”. “Secondo le forze dell'ordine – ha proseguito- l'incidente sarebbe stato causato dalla perdita di controllo dello scooter. Tuttavia emergono dubbi da parte di chi sostiene che lo schianto sia avvenuto a seguito di una collisione tra il mezzo a due ruote e l'auto dei carabinieri. Noi, questa cosa, potremo saperla soltanto attraverso le immagini delle telecamere. Ed è per questo che chiediamo e continueremo a chiedere di farcele vedere'”.
“La preoccupazione faziosa e strumentale di alcuni residenti, che finisce per alimentare ulteriormente divisioni e tensioni, con un clima d'allarme sociale – ha rimarcato - porta a chiedere un intervento da parte del questore per una maggiore presenza delle forze dell’ordine nel quartiere. Ebbene, è ridicolo che coloro che sono gli autori del degrado e della profilazione razziale che avvengono in questo quartiere vengano chiamati come soluzione davanti all'omicidio di ragazzi'”, ha concluso tra gli applausi. A quel punto si sono levati cori in onore di Ramy e sono stati accesi fumogeni rossi. Quindi è stata recitata una preghiera ed il corteo è terminato verso le 21.30 senza particolari criticità. Assente la famiglia di Ramy. “Non è il momento di fare una fiaccolata” aveva detto ieri il papà. Ed era tornato a chiedere di abbassare la tensione. “Quando benediremo Ramy, andremo al cimitero. Se vogliono fare una fiaccolata non c'è problema, ma noi siamo lontani da questa cosa, restiamo a casa”. Le forze dell'ordine da questa mattina presidiano la zona, i residenti si dicono preoccupati ma rassicurati dalla loro presenza.
Fischi e proteste
Durante una sosta del corteo si è dato spazio all'intervento di alcuni giovani palestinesi che hanno manifestato la loro solidarietà. Al termine il microfono è stato affidato alla consigliera Pd alla Regione Lombardia Carmela Rozza, che ha detto: '”Sono qui per dirvi che potete contare su di me; io e il mio partito, il Pd, non governiamo, siamo all'opposizione, ma ci tengo a dirvi che ritengo che non si possano giudicare i quartieri popolari se non si conoscono; i giovani di questi quartieri devono avere tutte le opportunità”. Ben presto si sono levate proteste da parte di alcuni partecipanti che hanno accusato la consigliera di '”far campagna elettorale anche qui”. Altri hanno fischiato, dopodiché Rozza ha lasciato il microfono per evitare di provocare ulteriori proteste.
Il murale
In occasione di questa iniziativa, in via dei Cinquecento, è apparso un murale di una decina di metri che raffigura il 19enne accompagnato dalla scritta 'Ciao Ramy', frutto del lavoro dei suoi amici più stretti. Ma sono tante le scritte sui muri per il ragazzo: ‘Ramy ci manchera' il tuo sorriso’, ‘Ti aspettiamo, sei nei nostri sogni’, ‘Per sempre nei nostri cuori’, ‘Verità per Ramy’.
“Ramy, perfetto esempio di integrazione”
L’avvocata Barbara Indovina, che assiste i genitori della vittima nell'inchiesta della Procura, conosceva Ramy e la sua famiglia da prima della tragedia. E, parlando con l’Agi, ha fatto sapere che “il papà Yehia vuole che l'ultimo saluto al figlio avvenga in moschea, con un iman ma con un rito aperto a tutti perché la vita di Ramy è stata la dimostrazione che le culture diverse possono vivere insieme. Sarà sepolto a Milano perché questa era casa sua. Ramy era molto seguito dalle suore, che al Corvetto aiutano tutti, indipendentemente dalla fede religiosa, partecipava come volontario anche alla colletta alimentare. Lui si sentiva italiano, non parlava nemmeno l'arabo ed era legatissimo a una famiglia cattolica con cui trascorreva molto tempo e che gli offriva delle opportunità di crescita. Era molto affettuoso, a volte mi mandava degli audio per dirmi che mi voleva bene. Lavorava come elettricista in una grande azienda. Ha avuto una vita piena di opportunità, forse non le ha sfruttate appieno ma la sua era un'esistenza serena e da ragazzo perfettamente integrato".
L’autopsia
Ieri mattina, il papà del ragazzo si è recato in piazzale Gorini, negli stessi minuti in cui è iniziata l’autopsia sul cadavere del diciannovenne all’Istituto di medicina legale. Stando ai primi esiti, Ramy è morto sul colpo: nell’impatto successivo alla scivolata del TMax, ha riportato un gravissimo trauma all’emitorace sinistro, la frattura della colonna vertebrale in più punti e la dissezione dell’arteria aorta, che ha generato un’emorragia interna che non gli ha lasciato scampo. Dai primi accertamenti eseguiti nell'istituto di Medicina legale, alla presenza delle parti, nulla legherebbe la morte a un urto con la gazzella dell'Arma, ma il decesso è probabilmente riconducibile “all'impatto" con "il palo semaforico" presente all'incrocio tra via Ripamonti e via Quaranta. Sulla salma sono stati disposti ulteriori accertamenti medici, quindi non è stata ancora riconsegnata alla famiglia per i funerali.
Il fascicolo per omicidio stradale
Nel fascicolo per omicidio stradale, la Procura ha iscritto sia il vicebrigadiere trentasettenne al volante dell’auto che inseguiva a distanza ravvicinata – per il quale è partita una raccolta fondi per affrontare le spese legali nei prossimi mesi – sia il ventiduenne tunisino alla guida dello scooter, Fares Bouzidi, che ieri si è risvegliato dal coma dopo un delicato intervento chirurgico al San Paolo: perizie e accertamenti tecnici dovranno stabilire se i due veicoli siano entrati in contatto, visto che le immagini delle telecamere non chiariscono i dubbi.