REDAZIONE MILANO

Primo maggio 2025, i cortei e gli appelli: “Stop infortuni e lavoro povero”

Manifestazione da Porta Venezia per Cgil, Cisl e Uil: “In un anno 44 morti sul lavoro e 36mila infortuni”. La “parade“ di movimenti e sigle di base da Loreto al Corvetto, protesta anche contro il Ddl Sicurezza

Il dramma delle morti sul lavoro

Il dramma delle morti sul lavoro

Milano – Da una parte il corteo dei sindacati confederali da Porta Venezia a piazza della Scala, dall’altro quello più lungo e movimentato dei sindacati di base e della May Day Parade, che quest’anno terminerà nel cuore del Corvetto. Sono due gli appuntamenti principali del primo maggio milanese. Alle 9.30 partirà da Porta Venezia la manifestazione di Cgil, Cisl e Uil dedicata al tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, che avrà come slogan. “Uniti per un lavoro sicuro”. Sarà anche l’occasione per rilanciare la campagna referendaria per la consultazione dell’8 e 9 giugno, che ha tra i quesiti proposti proprio uno sulla sicurezza. “Nel 2024 nell’area metropolitana milanese - ricorda la Cgil - si sono verificati 44 incidenti mortali (1 ogni 8 giorni) e si sono contate 36.464 denunce di infortunio (10 al giorno) e 670 denunce di malattia professionale (2 al giorno)”. Dal palco in piazza Scala parleranno delegati e delegate sindacali e i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Luca Stanzione, Giovanni Abimelech, Enrico Vizza. Poi il concerto dei Matrioska.

Nel pomeriggio - alle 14 - in piazzale Loreto è previsto il via dell’altro corteo, quello della May Day Parade e del sindacalismo di base - Cub, Adl Cobas, Usi Cit e Sial Cobas - insieme a Smash Repression e altri movimenti. La “parata“ attraverserà la circonvallazione est per terminare in via Varsavia, nel cuore di Corvetto e Calvairate. viene organizzato un corteo “festoso, ma di lotta, per gridare “no“ al dilagare della precarietà e del lavoro povero e al Ddl sicurezza”. “Viviamo una pesante congiuntura politica, dove si intrecciano da una parte bassi salari, occupazione precaria, crisi abitativa e stato sociale sempre meno disponibile, e Milano è la punta più avanzata dell’impoverimento, frutto di quarant’anni di politiche concertative neoliberiste – afferma Walter Montagnoli, segretario nazionale della Cub – e dall’altra l’incremento della repressione, con il Ddl sicurezza del Governo, che rappresenta un pesante giro di vite per cercare di limitare i diritti di scioperare, manifestare, protestare”.