
L’oasi verde di via Indipendenza porterà il nome della bimba di 18 mesi. La mamma Alessia Pifferi, condannata all’ergastolo, la abbandonò in casa .
San Giuliano non dimentica. A tre anni dalla sua morte, il parchetto di via Indipendenza a Borgolombardo sarà intitolato a Diana Pifferi, la bimba di 18 mesi scomparsa il 20 luglio 2022 dopo essere stata lasciata morire di stenti dalla madre Alessia Pifferi - ora condannata all’ergastolo in primo grado -, che l’ha abbandonata da sola in casa per sei giorni.
Il dramma si è consumato in un appartamento di Ponte Lambro a Milano, mentre i funerali della piccola sono stati celebrati a San Giuliano, Comune di residenza della zia materna Viviana Pifferi. E nel cimitero di San Giuliano Diana è tumulata in un loculo che non manca di riempirsi di fiori e peluche.
La posa di una pietra commemorativa, domani alle 12 a Borgo, dà seguito a una mozione approvata all’unanimità dal consiglio comunale di San Giuliano con l’intento di "contribuire a perpetrare la memoria della bambina, rimasta nel cuore di tutti". All’evento sarà presente anche Viviana Pifferi: "Mentre l’attenzione mediatica sembra tutta concentrata sul processo a carico della madre, dedicarle uno spazio pubblico è un modo per non dimenticare Diana - dice -."
Durante la sua breve vita, ho accompagnato più di una volta mia nipote al parco di Ponte Lambro: me la ricordo sorridente sullo scivolo, o in mezzo alle margherite. Già, perché nonostante mia sorella tendesse ad isolarsi e nonostante le restrizioni imposte dal Covid, ho sempre cercato di mantenere contatti con la bambina. Non è vero che noi familiari ce ne siamo disinteressati, lo dimostra il fatto che Alessia viveva in casa di nostra madre.
"Mi sono messa in contatto con gli assistenti sociali - prosegue - per segnalare che mia sorella, senza un compagno né un lavoro, aveva una bimba da crescere, ma mi è stato detto che avrebbe dovuto essere lei stessa a chiedere aiuto. Sogno un’umanità più unita per prevenire simili aberrazioni (penso anche ai femminicidi)."
Viviana Pifferi non si è persa una sola udienza del processo a carico della sorella: più volte si è presentata in aula indossando una maglietta con la foto della nipote.
"Lo devo a Diana - dice Alessia proprio non la perdono, a mio avviso è del tutto capace d’intendere e volere. Tre anni non sono bastati per lenire il dolore, anzi, si rinnova la rabbia quando mi rendo conto che lei non sembra aver preso coscienza di ciò che ha fatto."
L’intitolazione del parchetto riveste un valore simbolico. Un luogo di vita, dove i bambini giocano e la gente si ritrova. Ma anche un monito e un appello, affinché casi come quello di Diana non debbano ripetersi mai più.
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