
L'ex presidente della commissione paesaggio del Comune di Milano, Giuseppe Marinoni
Milano, 17 agosto 2025 – Rivoli – è il caso di dirlo, visto il tema fluviale – della maxi-inchiesta sull’urbanistica che ha scosso l’estate milanese. L’architetto e docente Giuseppe Marinoni, considerato uno dei personaggi chiave del presunto sistema portato alla luce dai pm, già presidente della Commissione Paesaggio del Comune di Milano, ha rassegnato le dimissioni da un altro organismo di controllo e indirizzo, la Commissione paesaggistica della Regione Lombardia per la pianura irrigua e il fiume Po di cui faceva parte.
Secondo quanto si apprende da fonti della Regione, Marinoni ha formalizzato le proprie dimissioni attraverso una Pec inviata lo scorso 30 luglio. La Commissione per la pianura irrigua e il fiume Po, a dire il vero, non è uno dei tavoli permanenti più attivi che si possano ricordare. Dalla sua istituzione, infatti, si è riunita una sola volta, il 20 marzo 2025.
In quell'occasione Marinoni non ha partecipato, dopo aver comunicato, con una precedente email del 5 marzo, la propria impossibilità a esserci.

Le Commissioni paesaggistiche regionali, istituite ai sensi del Codice dei beni culturali e della legge regionale 12/2005, sono quattro e ciascuna è composta da membri di diritto (Regione e Ministero dei beni culturali) e da quattro esperti esterni selezionati tramite bando pubblico. A Marinoni, di recente, è stato revocato il provvedimento degli arresti domiciliari, scattato alla fine del mese scorso.
Resta comunque inquisito nell’inchiesta portata avanti dalla procura di Milano, per una serie di capi di accusa legati alle presunte irregolarità nelle procedure per autorizzare interventi urbanistici in città. La misura dei domiciliari è stata cancellata anche per l’ex assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi e per il manager Federico Pella.