
A sinistra il Leoncavallo in via Watteau, a destra il capannone comunale abbandonato di via San Dionigi
Milano, 28 agosto 2025 – Primo semaforo verde per l’approdo del Leoncavallo, il centro sociale milanese sgomberato il 21 agosto da via Watteau, in via San Dionigi, all’estrema periferia sudest della città fra Chiaravalle e Rogoredo. Palazzo Marino ha infatti avviato una procedura pubblica per raccogliere manifestazioni di interesse relative alla riqualificazione degli immobili compresi nell'ambito di rinnovamento urbano di Porto di Mare, con particolare riferimento alla zona di via San Dionigi.
La Giunta – a una settimana dallo scontro istituzionale fra il sindaco Sala e il ministro dell’Interno Piantedosi per il mancato preavviso dato al primo cittadino del blitz effettuato dalle forze dell’ordine – ha approvato in queste ore le linee di indirizzo per l'avvio dell'iter che, nelle prossime settimane, proseguirà con la pubblicazione di un avviso finalizzato alla presentazione delle proposte progettuali: alla scadenza dei termini, le proposte pervenute saranno valutate dall'Amministrazione comunale e, se ritenute idonee e coerenti con le finalità dell'avviso, costituiranno le linee guida per il bando pubblico. All’aggiudicatario, in altre parole al Leoncavallo, sarà concesso un diritto di superficie di 90 anni.

Le regole da rispettare
I proponenti potranno presentare progetti che prevedano la destinazione degli ambiti di proprietà comunale a finalità di interesse pubblico e collettivo, a servizi e proposte che favoriscano un'ampia fruizione da parte di cittadini del quartiere e non solo, la realizzazione di progetti socioculturali quali, per esempio, iniziative legate all'inclusione, alla promozione delle relazioni, sociali e culturali, attività formative ed eventi, mostre, spettacoli ed esposizioni che trattino anche tematiche di accoglienza e sportivo/ricreative. E tra queste aree c'è anche quella dove sorge il capannone comunale dismesso di via San Dionigi 117, individuata nel marzo scorso, proprio dal Leoncavallo, come nuova possibile sede del centro sociale.
Attività private
Gli attivisti, riuniti nella Fondazione Leoncavallo, potrebbero dunque presentare un proprio progetto. I progetti dovranno essere corredati da un piano economico-finanziario, comprensivo della pianificazione di tutti gli interventi di riqualificazione previsti. Sarà consentito l'avvio di attività private, purché siano coerenti con le finalità complessive e non si estendano a una superficie superiore al 30% di quella totale dell'immobile.

Prati e aiuole
Nel caso in cui i progetti coinvolgano aree ricomprese dal Pgt vigente nel "Verde Urbano di nuova previsione", la proposta di manifestazione dovrà presentare anche interventi di riqualificazione e sistemazione a verde delle stesse; in generale, saranno valutate favorevolmente le proposte che conterranno la previsione di riqualificazione e sistemazione a verde delle aree ricomprese in tale ambito.

Apertura al quartiere
Al bando del Comune – che verrà pubblicato, quindi reso ufficiale nelle prossime settimane – potranno partecipare diverse realtà, come organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale, enti filantropici, imprese sociali, cooperative sociali, reti associative, enti iscritti nel Registro del Terzo Settore, società sportive dilettantistiche, associazioni sportive dilettantistiche, federazioni sportive, enti di promozione sportiva. I proponenti, spiega Palazzo Marino, potranno presentare progetti per gli spazi dell'immobile con finalità di interesse pubblico, con servizi e proposte che favoriscano un'ampia fruizione da parte di cittadini del quartiere e non solo, la realizzazione di progetti socioculturali, attività formative ed eventi, mostre, spettacoli ed esposizioni che trattino anche tematiche di accoglienza e sportivo/ricreative.
Il piano economico
I progetti dovranno essere corredati da un piano economico-finanziario, comprensivo della pianificazione di tutti gli interventi di riqualificazione previsti. Sarà consentito l'avvio di attività private, purché non si estendano a una superficie superiore al 30% di quella totale dell'immobile. Per l'area messa a bando sarà possibile prevedere uno scomputo dal canone concessorio quantificabile sulla base degli interventi di valorizzazione degli immobili necessari e previsti. Già, perché come si legge nelle linee di indirizzo pubblicate dal Comune, gli immobili non solo versano in compromesse condizioni manutentive "che potrebbero causare problemi sia di salute sia di sicurezza", ma sono anche privi dei requisiti di sicurezza, per favorirne un uso di qualunque natura, "e necessitano di rilevanti opere di messa a norma, riqualificazione e adeguamento impiantistico".

Mamme antifasciste
Già lo scorso marzo il Comune aveva ricevuto una manifestazione di interesse preliminare, con richiesta di sopralluogo per la concessione d'uso dello stesso immobile, presentata dall'Associazione Mamme antifasciste del Leoncavallo.