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Leoncavallo, ecco le “linee guida” del Comune per il trasferimento del centro sociale in via San Dionigi: spazi aperti al quartiere e attività sportive e culturali

Dopo lo sgombero del 21 agosto via libera al bando per “traghettare” il Leonka nell’ex capannone comunale di Porto di Mare. Fra i paletti da rispettare, la riqualificazione delle strutture in cambio di un diritto di superficie di 90 anni

A sinistra il Leoncavallo in via Watteau, a destra il capannone comunale abbandonato di via San Dionigi

A sinistra il Leoncavallo in via Watteau, a destra il capannone comunale abbandonato di via San Dionigi

Milano, 28 agosto 2025 – Primo semaforo verde per l’approdo del Leoncavallo, il centro sociale milanese sgomberato il 21 agosto da via Watteau, in via San Dionigi, all’estrema periferia sudest della città fra Chiaravalle e Rogoredo. Palazzo Marino ha infatti avviato una procedura pubblica per raccogliere manifestazioni di interesse relative alla  riqualificazione degli immobili compresi nell'ambito di rinnovamento urbano di Porto di Mare, con particolare riferimento alla zona di via San Dionigi.

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Sgombero Leoncavallo, annunciato un corteo il 6 settembre: “Giù le mani dalla città”

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La Giunta – a una settimana dallo scontro istituzionale fra il sindaco Sala e il ministro dell’Interno Piantedosi per il mancato preavviso dato al primo cittadino del blitz effettuato dalle forze dell’ordine – ha approvato in queste ore le linee di indirizzo per l'avvio dell'iter che, nelle prossime settimane, proseguirà con la pubblicazione di un avviso finalizzato alla presentazione delle proposte progettuali: alla scadenza dei termini, le proposte pervenute saranno valutate dall'Amministrazione comunale e, se ritenute idonee e coerenti con le finalità dell'avviso, costituiranno le linee guida per il bando pubblico. All’aggiudicatario, in altre parole al Leoncavallo, sarà concesso un diritto di superficie di 90 anni. 

Una veduta aerea del grande capannone dismesso di via San Dionigi, nella zona di Porto di Mare
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Le regole da rispettare 

I proponenti potranno presentare progetti che prevedano la destinazione degli ambiti di proprietà comunale a finalità di interesse pubblico e collettivo, a servizi e proposte che favoriscano un'ampia fruizione da parte di cittadini del quartiere e non solo, la realizzazione di progetti socioculturali quali, per esempio, iniziative legate all'inclusione, alla promozione delle relazioni, sociali e culturali, attività formative ed eventi, mostre, spettacoli ed esposizioni che trattino anche tematiche di accoglienza e sportivo/ricreative. E tra queste aree c'è anche quella dove sorge il capannone comunale dismesso di via San Dionigi 117, individuata nel marzo scorso, proprio dal Leoncavallo, come nuova possibile sede del centro sociale. 

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Attività private 

Gli attivisti, riuniti nella Fondazione Leoncavallo, potrebbero dunque presentare un proprio progetto. I progetti dovranno essere corredati da un piano economico-finanziario, comprensivo della pianificazione di tutti gli interventi di riqualificazione previsti. Sarà consentito l'avvio di attività private, purché siano coerenti con le finalità complessive e non si estendano a una superficie superiore al 30% di quella totale dell'immobile. 

Il presidio contro l'allora annunciato sgombero del centro sociale a marzo di quest'anno
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Prati e aiuole 

Nel caso in cui i progetti coinvolgano aree ricomprese dal Pgt  vigente nel "Verde Urbano di nuova previsione", la proposta di manifestazione dovrà presentare anche interventi di riqualificazione e sistemazione a verde delle stesse; in generale, saranno valutate favorevolmente le proposte che conterranno la previsione di riqualificazione e sistemazione a verde delle aree ricomprese in tale ambito. 

Il presidio antisfratto dello scorso dicembre
Il presidio antisfratto dello scorso dicembre

Apertura al quartiere  

Al bando del Comune – che verrà pubblicato, quindi reso ufficiale nelle prossime settimane – potranno partecipare diverse realtà, come organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale, enti filantropici, imprese sociali, cooperative sociali, reti associative, enti iscritti nel Registro del Terzo Settore, società sportive dilettantistiche, associazioni sportive dilettantistiche, federazioni sportive, enti di promozione sportiva. I proponenti, spiega Palazzo Marino, potranno presentare progetti per gli spazi dell'immobile con finalità di interesse pubblico, con servizi e proposte che favoriscano un'ampia fruizione da parte di cittadini del quartiere e non solo, la realizzazione di progetti socioculturali, attività formative ed eventi, mostre, spettacoli ed esposizioni che trattino anche tematiche di accoglienza e sportivo/ricreative.  

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Il piano economico 

I progetti dovranno essere corredati da un piano economico-finanziario, comprensivo della pianificazione di tutti gli interventi di riqualificazione previsti. Sarà consentito l'avvio di attività private, purché non si estendano a una superficie superiore al 30% di quella totale dell'immobile. Per l'area messa a bando sarà possibile prevedere uno scomputo dal canone concessorio quantificabile sulla base degli interventi di valorizzazione degli immobili necessari e previsti. Già, perché come si legge nelle linee di indirizzo pubblicate dal Comune, gli immobili non solo versano in compromesse condizioni manutentive "che potrebbero causare problemi sia di salute sia di sicurezza", ma sono anche privi dei requisiti di sicurezza, per favorirne un uso di qualunque natura, "e necessitano di rilevanti opere di messa a norma, riqualificazione e adeguamento impiantistico". 

Marina Boer, la presidente dell'associazione Mamme del Leoncavallo
Marina Boer, la presidente dell'associazione Mamme del Leoncavallo

Mamme antifasciste 

Già lo scorso marzo il Comune aveva ricevuto una manifestazione di interesse preliminare, con richiesta di sopralluogo per la concessione d'uso dello stesso immobile, presentata dall'Associazione Mamme antifasciste del Leoncavallo.