
La foto di Fedez e Daniela Santanchè sullo stesso yacht in Sardegna pubblicate dal settimana Chi
Milano – Le foto sono quelle che nessuno si aspettava di vedere. Fedez (e la nuova fidanzata Giulia Honegger) sullo yacht di Daniela Santanchè in Sardegna, tra brindisi e chiacchiere con Ignazio La Russa e famiglia. Il rapper e i vertici di Fratelli d’Italia: tutti insieme su un Ferretti di 26 metri da 50 mila euro a settimana di noleggio a Cala di Volpe. Il settimanale Chi le ha pubblicate il 27 agosto, e quelle immagini raccontano forse meglio di tanti discorsi la parabola forse più curiosa della politica italiana recente: quella di Federico Leonardo Lucia, in arte Fedez.
È difficile immaginare contrasto più stridente. Da una parte c’è il ragazzo cresciuto nell’hinterland di Milano, tra Rozzano e Corsico, che muoveva i primi passi nei centri sociali e rappava contro il sistema. Dall’altra, l’uomo di oggi che siede con i ministri del governo Meloni, in quello che il settimanale definisce “un salotto affollato, un talk show in diretta dal mare”. Politica, imprenditoria, popstar: mondi che si incontrano generando “l’effetto sorpresa”.
Quell’inizio di antagonismo puro
Ma come siamo arrivati fin qui? La storia di Fedez non è diversa da quell’Italia che fatica a trovare i propri riferimenti, che oscilla tra ribellione e conformismo, tra periferia e centro. Nel 2011, il suo primo album autoprodotto con soli 500 euro di budget, “Penisola che non c’è”, era interamente composto di canzoni su temi politici e sociali. Era il periodo dell’antagonismo puro, della critica al potere senza se e senza ma.

La sua storia politica inizia ufficialmente nel 2014, quando al programma Announo difese la legalizzazione delle droghe leggere contro il senatore Carlo Giovanardi, allora forzista. Fu l’inizio di una lunga serie di polemiche che lo fecero conoscere ben oltre il pubblico del rap. Nello stesso anno appoggiò il Movimento 5 stelle, permettendo che la sua canzone “Non sono partito” diventasse l’inno del movimento. Due parlamentari del Partito democratico arrivarono addirittura a chiedere la sua esclusione da X-Factor.
Chiara Ferragni e la patinatura
Poi arrivò Chiara Ferragni, e tutto cambiò. La relazione con l’influencer più famosa d’Italia trasformò Fedez in qualcos’altro: da rapper di periferia a metà di una coppia patinata, da critico del sistema a protagonista del sistema (per lo meno mediatico). Fu in quegli anni che abbracciò le battaglie per i diritti LGBTQ+, che sostenne il ddl Zan, che si scontrò con la Rai – e fu difeso da nientepopò di meno che Vittorio Sgarbi – al Concerto del Primo Maggio del 2021. Era diventato, nelle parole di molti, un “paladino della sinistra”.
Il momento culminante fu Sanremo 2023. Sul palco dell’Ariston, Fedez tirò fuori e strappò una foto di Galeazzo Bignami in divisa nazista, attaccando direttamente Fratelli d’Italia. Sembrava l’apice di una militanza che lo aveva portato lontano dalle origini anarchiche ma comunque saldamente nel campo progressista.
“Anarcoliberista travestito”
Eppure, già allora qualcosa non tornava. “Grande amico dei diritti civili, molto meno dei lavoratori e delle tasse”, lo definiva già nel 2021 la rivista Esquire, “un anarcoliberista travestito da occupazione al liceo”. L’analisi forse centrava già il punto: Fedez non era mai stato davvero di sinistra, piuttosto aveva sempre seguito un istinto “anti-sistema” che lo portava ad ottenere più o meno successo a seconda del potere costituito del momento.
Il 2024 è stato l’anno della svolta. Prima l’indagine su Ferragni, poi la separazione e il divorzio, la chiusura di “Muschio Selvaggio”, il tradimento svelato da Corona. E, soprattutto, la malattia: il tumore al pancreas del 2022, la depressione, gli psicofarmaci. Fedez si è ritrovato fragile e isolato.
È in questo contesto che nasce il nuovo Fedez, quello che a dicembre 2024 invita Roberto Vannacci al suo podcast “Pulp Podcast”, elogiandone i “metodi comunicativi” e contrapponendoli a quelli di Elly Schlein che “non attecchisce”. Il modello dichiarato è Joe Rogan, il podcaster americano che da posizioni libertarie è scivolato verso Trump.

Il congresso di Forza Italia e la virata
Il congresso di Forza Italia Giovani dello scorso primo giugno segna probabilmente il punto di non ritorno. Invitato da Maurizio Gasparri, Fedez sale sul palco romano e critica la magistratura, il sindaco di Milano Beppe Sala e il giornalista Marco Travaglio. Ma soprattutto lancia un’accusa pesante alla sinistra: “Tutte le persone di destra che ho invitato al mio podcast hanno sempre accettato, mentre gli esponenti della sinistra si rifiutano sempre di sedersi a dibattere”.
Antonio Tajani difende la scelta di invitarlo: “Se i giovani di Forza Italia vogliono ascoltare la testimonianza di Fedez che ha milioni di follower vuol dire che qualche qualità ce l’ha”. E quando Giuseppe Cruciani gli chiede per chi voterebbe, la risposta è lapidaria: “Non voterei”. “È già un passo avanti”, replica il deputato di Forza Italia Stefano Benigni, “abbiamo tempo per convincerlo”.
Ma si sa che il diavolo è nei dettagli. La foto di Silvio Berlusconi (dopo la morte del Cavaliere) sulla cover del telefono, “per l’uomo che non deve chiedere mai, spero di lanciare la moda", dice il rapper. E poi come chiama il cane – un bellissimo Golden Retriever – che gli fa compagnia dalla separazione con Chiara? Silvio, ovviamente.

Il cerchio si chiude con gli apprezzamenti di Daniela Santanchè. A febbraio, parlando di Sanremo, la ministra del Turismo aveva elogiato “Battito”, il brano di Fedez sulla depressione: “Mi è piaciuta molto, è un tema del nostro tempo che riguarda soprattutto i giovani”.
Oggi Fedez si presenta come un uomo “aperto al confronto”, che non si sottrae “al dialogo con persone con idee diverse”. È un narrativa nota e per alcuni versi convincente, ma che sembra nascondere altro: a guidarlo non è tanto un’ideologia politica definita, quanto più che altro un approccio vagamente “anti-sistema” adattato di volta in volta a varie opportunità di visibilità. Con o senza sfoghi per lo sgombero del Leoncavallo.