
Carlo Maderna, direttore della storica Clio Viaggi, un osservatorio privilegiato
Grecia, Spagna e Mar Rosso ok, calo Tunisia dopo l’introduzione del passaporto, bene (portafoglio permettendo) i viaggi esotici classici, Stati Uniti giù. Le vacanze 2025 per Carlo Maderna, direttore della storica Clio Viaggi sulla piazza di Inzago e socio d’annata della sezione lombarda della Federazione Italiana Agenti di Viaggio, di cui il padre Luigi è stato per molti anni presidente: "Un’estate diversa e un rallentamento delle prenotazioni a inizio stagione. Le spiagge italiane, vero, sono un po’ meno affollate. Ma di disastro, davvero, non parlerei".
Un primo bilancio dunque della stagione turistica al termine?
"Prenotazioni a regime normale da gennaio ad aprile, un calo fisiologico dopo i “Ponti“, un giugno con qualche rallentamento. L’estate e soprattutto l’agosto sono ancora da valutare nel complesso. Parlo in termini di prenotazioni e partenze tramite agenzia. C’è tanto “fai da te“. E i raffronti con gli anni precedenti sono comunque difficili, c’è stata di mezzo l’onda lunga Covid".
Il crollo del turismo balneare protagonista quotidiano in tv. "Mi pare si esageri. La mia unica settimana di vacanza estiva l’ho fatta a Rimini. Meno gente in spiaggia, vero, ma non per il salasso aumenti di cui si parla e che non ho visto. Che siano cambiate le abitudini di molti italiani non si può negare. E sono mancati i turisti tedeschi, che non se la passano molto meglio di noi. Per le località balneari classiche erano un numero significativo".
Quanto influisce la crisi economica sui viaggi?
"Abbastanza, ma il denaro era un fattore chiave anche prima. Chi se lo è potuto permettere è partito per un safari in Kenya, per il Sudafrica o la Namibia o la Thailandia anche quest’anno. Meno Stati Uniti, questo lo registro. Effetto Trump o dazi? Non so, forse anche. Comunque sono crollati dei viaggi americani “super classici“: i parchi americani, i tour da costa a costa. Vedremo autunno e inverno".
E quanto, invece, nel prenotare un viaggio si guarda alla situazione geopolitica e alle tensioni internazionali?
"Registro sempre la solita modalità. Una crisi internazionale paralizza il turismo nell’immediato. In primavera, quando ci sono stati gli attacchi Israele-Iran, non prenotava più niente nessuno, nemmeno la settimana a Bellaria. Poi la situazione viene metabolizzata e non ci si pensa più. Emblematico il caso Mar Rosso, che ha registrato moltissime presenze, o l’Est europeo, non lontano dai fronti del conflitto ucraino, e sempre pieno di turisti. Le città della Polonia, della Repubblica Ceca e del Baltico vanno benone".
Un trend in crescita?
"I viaggi di gruppo. E non solo per turisti attempati o coppie, ma anche per giovani e gruppi di amici. Si cercano un po’ d’avventura ma con moderazione, sicurezza e un punto di riferimento in caso di imprevisti e comunque formule “anti-solitudine“. Funzionano. Come le crociere, che quest’anno sono tornate a un bel segno più: sia quelle mediterranee che quelle al Nord".
Come cambia il vostro ruolo di agenti di viaggio in questi anni?
"Dobbiamo annusare l’aria e seguire eventi e cambiamenti di abitudini. La psicologia del turista è strana. C’è chi sta prenotando in questi giorni le vacanze del 2026. E l’altro giorno abbiamo fatto partire a Ferragosto un cliente che aveva prenotato un giorno prima. Il turismo last minute è una tendenza, uno prima si fa i suoi conti, valuta fattori. E quando decide, dobbiamo essere pronti".