
Sangue al Corvetto, 32enne senza scampo. L’assassino rintracciato grazie ai bambini testimoni
di Nicola Palma e Marianna Vazzana
Per arrivare all’assassino, fondamentale è stata la testimonianza dei bambini in strada, in piazzale Ferrara al Corvetto. Tra le urla degli adulti, hanno dato ai carabinieri la dritta giusta indicando la direzione dell’uomo in fuga e descrivendolo in maniera precisa: a torso nudo, tatuato, alto più o meno un metro e 65 centimetri. E i militari lo hanno trovato rannicchiato sul pianerottolo di una palazzina vicina, anche grazie all’assist della centrale operativa che in quei minuti aveva ricevuto una segnalazione su un uomo che "citofonava con insistenza" in uno stabile via Bessarione. "Mi avete preso, sono io, ho fatto una cazz...", ha detto Bryan Josè Vera Siguenza, che ha compiuto 30 anni venerdì 8 agosto, ai carabinieri del Radiomobile ammettendo di aver accoltellato l’ex cognato Jefferson Gabriel Garcia Jimenez "per difendere la sorella". Il ferito nel frattempo veniva trasportato in condizioni critiche all’ospedale Niguarda, dov’è morto poco dopo. Aveva 32 anni ed era padre di tre bambini. Su Linkedin scriveva di lavorare come magazziniere ma risulta disoccupato, come il suo aggressore. Entrambi sono originari dell’Ecuador.
Teatro dell’omicidio, attorno alla mezzanotte tra sabato e domenica, è stato piazzale Ferrara all’angolo con via Mompiani. "Abbiamo sentito gente litigare. Poi l’urlo straziante di una donna che diceva di chiamare l’ambulanza", testimoniano alcuni abitanti di una palazzina di via Dei Panigarola. Nello stesso complesso popolare vive anche la famiglia di ecuadoriani coinvolta. Bryan Josè Vera Siguenza, con precedenti per reati contro la persona e il patrimonio, domiciliato in provincia di Pavia, era in quella casa quando ha sentito la sorella litigare con l’ex compagno, Jefferson Gabriel, in piazza. Lo ha raccontato lui stesso, aggiungendo di essere sceso a supporto della sorella. A un certo punto ha tirato fuori un coltello, colpendo il rivale alla schiena con quattro fendenti. Quando i carabinieri sono arrivati, c’era il caos. La prima a fare chiarezza è stata una ragazzina. Poi i carabinieri hanno trovato il fuggitivo, in una palazzina di via Bessarione, a 300 metri dal luogo dell’aggressione. Anche lui era ferito, con tagli al volto e alla nuca. Quindi è stato trasportato al Fatebenefratelli per le medicazioni.
Intervenuti i carabinieri del Nucleo radiomobile e della Stazione Vigentino, guidati dal comandante Antonio Falivene, oltre alla Sezione investigazioni scientifiche. L’arma del delitto, un coltello da cucina, è stata trovata sul posto e sequestrata. Il trentenne è stato arrestato per omicidio e portato a San Vittore in attesa della convalida. Per la vittima è stata disposta l’autopsia.