SIMONA BALLATORE
Cronaca

L’ascolto dei social e gli ultimi studi: parole “spia“ per sventare trappole della violenza di genere

L’ultima indagine dello HumanLab e le ricerche sugli stereotipi che circolano anche tra i più giovani. Un terzo dei giovanissimi pensa che la gelosia sia "dimostrazione di amore", picco del 41% tra i 14 e i 16 anni

Le scarpe rosse, simbolo della lotta contro la violenza di genere

Le scarpe rosse, simbolo della lotta contro la violenza di genere

"Ci sono parole “spia“ che possono aiutarci a fare emergere la violenza di genere psicologica e a prevenire situazioni di rischio": è l’ultima linea di ricerca che sta portando avanti lo HumanLab dell’università Iulm, che collabora con centri di ricerca in tutta Italia. I dati saranno consultabili liberamente online. "Rielaborando un gran numero di testimonianza rilasciate sui diversi canali social attraverso tecniche di natural language processing abbiamo individuato il sentiero della prevenzione che si snoda lungo quattro fasi ipoteticamente denominate e governate dal potere della parola, quella stessa parola che nasconde in alcuni casi insidie mascherate da lusinghe o mancanza di rispetto mascherate da attenzioni", spiegano la professoressa Emma Zavarrone e la ricercatrice Alessia Forciniti. La prima fase ruota attorno a una comunicazione superficiale sul concetto di gelosia, controllo sociale, "vampiro energetico" e "amore tossico"; la seconda sulla "comunicazione manipolatoria rappresentata da trappole emotive e risata crudele. La terza fase è la comunicazione prevaricatoria rappresentata da vergogna, isolamento, battuta offensiva, battuta maschilista e la quarta è la comunicazione sociale rappresentata da denuncia dell’attacco fisico e psicologico.

Al centro anche il social listening e l’uso dei dati in maniera costruttiva. "Siamo consapevoli che combattere violenze e gap di genere richieda un processo a volte lungo, ma andiamo a studiarlo, a scardinarlo, sia con strumenti giuridici e statistici che linguistici: lavorare in rete si può". Anche per abbattere gli stereotipi.

A questo proposito, nel 2023 per la prima volta sono state raccolte anche alcune informazioni sugli stereotipi di genere in un campione composto da 108mila tra ragazzi e ragazze - italiani e stranieri - tra gli 11 e i 19 anni residenti in Italia (Fonte Istat: Stereotipi di genere e immagine sociale della violenza: il punto di vista di ragazze). Tra le affermazioni proposte ai giovani sulla coppia vi è anche: "la gelosia è un modo per dimostrare amore", un’idea ancora importante per i ragazzi e le ragazze, che riguarda poco meno di un terzo dei giovanissimi (29,1%), raggiunge il massimo per i ragazzi di 14-16 anni (41,3%) ed è minima (15,4%) per le ragazze di 17 anni e più.

Nello stereotipo più diffuso la donna è valorizzata solo per la bellezza. Questa idea è appoggiata dal 56,4% degli 11-19enni, per i ragazzi l’accordo è maggiore (58,6%), ma è molto elevato anche per le ragazze (54,0%). Lo stereotipo legato all’importanza dell’aspetto esteriore è più diffuso tra i ragazzi più grandi: è molto o abbastanza d’accordo il 51,0% degli 11-13enni contro il 60,1% dei 14-16enni e il 57,7% dei 17-19enni.

Le differenze territoriali non sono in generale particolarmente pronunciate. La maggiore importanza attribuita alla bellezza per le ragazze è comunque un’idea più diffusa nel Nord-ovest (molto o abbastanza d’accordo il 59,2%) e meno nel Sud e nelle Isole (53,1%).

È la condizione socio-economica di appartenenza a caratterizzare maggiormente i ragazzi rispetto alle loro idee. I giovanissimi che sono meno d’accordo sugli stereotipi di genere vivono perlopiù in famiglie che hanno una condizione economica buona o sufficientemente buona e genitori con titoli di studio più alti, soprattutto le loro madri.