
Sofia Castelli e Giulia Tramontano, vittime di femminicidio
Giulia e Sofia, Alessandra e Charlotte, Romina, e tutte le altre. Un elenco incompleto, un filo rosso di sangue e tragedia da un capo all’altro dell’hinterland, dalle città al cuore delle campagne.
Charlotte "Sharly" Akassi, bellissima, giovane ivoriana, aveva ventisei anni e due bambini piccolissimi quando, nel novembre del 2019, venne strangolata nel suo appartamento a Pozzo d’Adda dall’allora compagno, un operaio di vent’anni più vecchio.
Davanti al cancello del delitto si accesero candele e si lessero poesie: il volto della ragazza, in zona, è rimasto impresso nella mente di molti. Si era in pieno Covid, era il 18 aprile 2020, quando a Truccazzano, pochi chilometri da Caleppio di Settala, fu uccisa Alessandra Cità, tranviera 47 enne. Il compagno che voleva lasciare, Antonio Vena, le sparò un colpo a bruciapelo con un fucile a pompa. A pochi metri dalla casa della tragedia alla donna è stata dedicata una panchina rossa.

Nel maggio del 2021 a Mazzo di Rho veniva trovato il corpo senza vita della giovane nigeriana Blessing Tunde. Meno di un mese dopo era stato arrestato il suo ex fidanzato, originario del Ghana. "Lei - disse - doveva essere solo mia". Nello stesso anno a Carpiano il terribile gesto del settantenne Salvatore Staltari, omicida della moglie 41 enne Catherine Paris e della figlia 15 enne.
Il 19 aprile del 2022, a Fara Gera d’Adda, al confine fra Milanese e Bergamasca, l’operaio di Vaprio Carlo Fumagalli si lanciava nell’Adda con l’auto, con la moglie Romina Vento, seduta accanto a lui. L’uomo le tenne la testa sott’acqua, e tornò a riva a nuoto.
Sono dell’"annus horribilis" 2023 i due femminicidi che non smettono di muovere coscienze e alimentare il dibattito sulla violenza di genere.
Il 27 maggio la tragica fine, a Senago, della non ancora trentenne Giulia Tramontano, incinta di sette mesi del suo primo figlio Thiago, massacrata con 37 coltellate per mano del compagno, Alessandro Impagnatiello che poi tentò di bruciarne il corpo.

Il 29 luglio dello stesso anno il coltello nelle mani del 23enne Zakaria Atqaoui a Cologno Monzese e la morte di Sofia Castelli, appena ventenne. L’aspettò in casa, nascosto dentro un armadio, fino a quando lei non rientrò dopo una serata con una amica. Lui non sopportava di essere stato lasciato e pensava che Sofia avesse un altro. Un affronto troppo grosso per lui che la uccide nel sonno. L’omicida sta scontando 24 anni, confermati in appello.
Risale invece al 2017 la scomparsa della promoter 58 enne Marilena Rosa Re, nel Varesotto. I suoi resti erano stati ritrovati in un campo. Per questa morte era stato condannato all’ergastolo un 64enne di Garbagnate Milanese.