
Venerdì inizieranno le discussioni davanti ai giudici per l’architetto Scandurra e Bezziccheri. Poi ci sono dieci giorni in cui deve arrivare la pronuncia, attesi i ricorsi di Catella e Tancredi. .
di Anna Giorgi
MILANO
Venerdì inizieranno le udienze davanti ai giudici del Riesame per l’architetto Alessandro Scandurra, ex numero due della commissione Paesaggio, assistito dall’avvocato Giacomo Lunghini, finito ai domiciliari e per Andrea Bezziccheri, patron del gruppo immobiliare Bluestone, l’unico dei sei indagati dell’inchiesta sull’urbanistica per cui il gip Mattia Fiorentini ha disposto il carcere.
L’esito del Riesame, per loro, i primi a depositare il ricorso, dovrebbe essere pronunciato entro Ferragosto o subito dopo. Da venerdì 8 i giudici, infatti, avranno 10 giorni di tempo per decidere se confermare, revocare gli arresti o sostituirli con misure meno afflittive.
Già oggi la procura dovrebbe inviare al giudici anche gli altri ricorsi e sta valutando se presentare appello nel confronti di una parte dell’ordinanza con cui il gip Mattia Fiorentini ha disposto i sei arresti.
I temi su cui i pm stanno ragionando sono "il mancato riconoscimento dell’ induzione indebita per la vicenda del Pirellino", reato contestato anche al sindaco, Giuseppe Sala, e alcuni episodi di corruzione in capo a Giuseppe Marinoni, allora vertice della Commissione paesaggio ai domiciliari.
Il giudice Fiorentini nel suo provvedimento riguardo la vicenda del Pirellino-Torre Botanica, ha condiviso l’accusa di "corruzione" di Manfredi Catella nei confronti del componente della Commissione, Alessandro Scandurra, mentre non ha riconosciuto il reato di "induzione indebita" che era contestato dai pm nella richiesta cautelare a Tancredi, a Marinoni. I pm stanno vagliano anche il punto in cui il giudice riconosce come utilità a Scandurra poco più 28 mila euro, sempre per il Pirellino, e non i 139mila evidenziati da loro. Hanno annunciato il ricorso al riesame, anche Catella e Federico Pella, l’ex manager della J+S accusato di corruzione su Marinoni. Intanto dalle carte dell’interrogatorio di Catella davanti al gip Fiorentini emergono altri dettagli delle sue dichiarazioni. L’imprenditore nel lungo interrogatorio assistito dagli avvocati Francesco Mucciarelli e Adriano Raffaelli, ha ripercorso il braccio di ferro con il Comune sul progetto di via Pirelli 39 arrivato davanti al Tar e al Consiglio di Stato e non ancora concluso.
Agli atti dell’inchiesta c’è un messaggio del costruttore al direttore generale del Comune Chistian Malangone: "Il tempo sarà finito", ma per Catella è innocuo. "Non è che io minaccio, cosa minaccio? Il tempo è finito perché noi avevamo il dialogo, la negoziazione che stavamo facendo col Comune, a un certo punto non se ne poteva più: andiamo per vie giudiziali dopo le varie bocciature al progetto, realizzato dall’archistar Stefano Boeri". L’accusa principale per
Catella è quella di aver corrotto l’architetto e numero due della commissione Paesaggio Scandurra (ai domiciliari): 138 mila euro per la procura, 28 mila euro, invece, per il gip.
"Non voglio sottovalutare l’importo su due anni, ma l’incarico erano diversi contrattini, tutti su via Messina..." spiega durante l’interrogatorio in cui rimarca di non aver mai fatto pressioni sui componenti della Commissione che lavorano a titolo gratuito.
E poi una dichiarazione: "E’ sbagliato non pagare le persone, cioè tu dovresti fare una commissione paesaggistica, dove prendi dei professionisti, li paghi correttamente rispetto a quello che è congruo e gli metti dei vincoli che vuoi. Non puoi fare una commissione paesaggistica dove non remuneri i professionisti".
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