
di Valeria Giacomello
Con un ultimo doloroso saluto a Catherine Panis, 41 anni, e a sua figlia Stefania Chiarisse Staltari, quindicenne, un’intera comunità impietrita dal dolore si è stretta intorno ai familiari nel giorno più triste, quello dell’addio. Molte lacrime a segnare la personale via crucis delle due donne accompagnate all’altare chiuse nelle loro bare, vittime sacrificali della violenza più vigliacca, quella del femminicidio, che fa tremare i polsi dalla rabbia.
Una rabbia contro la quale don Antonio Loi, il parroco della chiesa di San Martino dove le esequie sono state officiate, ha ammonito i fedeli: "Ora è il momento della pietà e della partecipazione al dolore", ha esortato. Accanto a lui don Gianni Verga, che ha visto Stefania crescere e frequentare l’oratorio e che nella fede ha cercato una risposta: "Più che chiederci perché è successo questo – ha voluto testimoniare – dobbiamo pensare che ora sono nelle mani di Dio, è l’unica consolazione per una morte avvenuta troppo presto".
Era il 22 agosto quanto Salvatore Staltari, 70 anni, rispettivamente marito e padre di Catherine e Stefania, ha freddato nel sonno la donna e la ragazzina con un colpo di pistola alla testa, il rumore degli spari attutito da un cuscino. Una vera e propria esecuzione prima di suicidarsi a sua volta, qualche ora dopo. Un gesto da "colossale vigliacco", come è stato definito dal procuratore di Lodi Domenico Chiaro. "Chissà cosa avrà provato Stefania – si è chiesto don Antonio Loi – quando si è sentita soffocare dal cuscino. Forse si è chiesta perché tutti i suoi sogni dovessero spezzarsi così. Forse però, arrivando al cospetto del Signore, lo avrà ringraziato per tutti gli affetti che ha conosciuto. La vita ha un valore assoluto anche quando viene spezzata, perché continua nell’amore di chi rimane. Quel ricordo non dovrà mai morire".
Non sono certo bastate le parole del parroco per lenire un dolore che non sa e non può trovare spiegazioni. All’uscita dei feretri, le compagne di scuola di Stefania si sono strette con la zia della povera ragazza in uno sconsolato, straziante abbraccio intorno alle piccole e fragili bare. Poi hanno fatto volare palloncini bianchi con la scritta: "Con te per sempre". Un ultimo sguardo verso il cielo, dove si spera madre e figlia possano avere finalmente trovato quella pace che in terra è stata loro negata.