
L’assessora Claudia Maria Terzi
Milano – L’ipotesi del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti di spostare 420 milioni di euro destinati al prolungamento della linea M4 fino a Segrate per convogliarli sul prolungamento della M5 verso Monza ha acceso una frattura politica che attraversa la Lombardia. Sul piatto ci sono due opere considerate cruciali per la mobilità dell’area metropolitana milanese, ma solo una può avanzare in tempi rapidi: la scelta di dove indirizzare le risorse mette in competizione due territori e due visioni di sviluppo. Il tema è tornato attuale ieri, a margine della presentazione del Gran Premio di Formula 1 all’Autodromo di Monza. Matteo Salvini ha parlato chiaro: il prolungamento della M5 “è e sarà realtà con tempi certi”, ha assicurato il ministro, ribadendo quanto già detto alla festa della Lega a Brugherio. L’operazione, ha fatto intendere in quell’occasione, è possibile solo dirottando i fondi da Segrate a Monza, ma sempre con l’assenso di Milano, chiamando di fatto in causa il sindaco Giuseppe Sala, dalla cui scelta, a questo punto, dipenderà il destino di questa idea.
La posizione di Regione Lombardia si è rapidamente allineata. L’assessora alle Infrastrutture, Claudia Maria Terzi, ha fatto proprie le parole del governatore Attilio Fontana, che si era detto “sorpreso” dalle proteste del sindaco di Segrate, Paolo Micheli. Secondo Fontana, infatti, durante un incontro avvenuto lo scorso luglio il primo cittadino segratese avrebbe dato l’assenso allo spostamento delle risorse. “Mi allineo alla sorpresa manifestata dal presidente Fontana – dichiara Terzi –. La questione è stata discussa più volte con tutti gli enti locali, incluso il sindaco Micheli. È stato chiarito che lo stato di avanzamento della M5 verso Monza è l’unico a consentire l’avvio della fase di gara in tempi rapidi. Il finanziamento integrale è necessario e non più rinviabile”. Molto diverso, secondo Terzi, lo stato della M4 verso Segrate. “Manca la copertura finanziaria, registra ritardi e presenta complessità legate ai progetti della Porta Est di Milano – chiarisce l’assessora –. Regione Lombardia ritiene entrambe le opere strategiche, ma comprende la difficoltà di reperire risorse per tutti i cantieri aperti”.
Sul tavolo rimane comunque la centralità del Comune di Milano. “Saranno i territori e i sindaci a dover decidere – aggiunge Terzi –. Sala ha un doppio ruolo: sindaco di Milano, proponente dei progetti, e sindaco della Città Metropolitana. La Regione si atterrà alle decisioni degli enti locali”. Intanto tra i consiglieri regionali si consuma lo scontro politico. Pierfrancesco Majorino, capogruppo del Pd, ha accusato Salvini di fare “il gioco delle tre carte”, dando sponda al sindaco Micheli. “Togliere le risorse alla M4 significa dire che di due progetti ne va avanti solo uno”, ha attaccato. La replica è arrivata dai consiglieri brianzoli di maggioranza. “Attendiamo con interesse le parole del sindaco Sala sui 420 milioni stanziati dal Mite per un’opera che, pur meritevole, è ferma al palo, a differenza del prolungamento della M5”, ha incalzato la monzese Martina Sassoli (Noi Moderati). Dalla Lega, Alessandro Corbetta ha precisato che “non c’è nessuna guerra tra territori, ma la volontà di accelerare dove le condizioni tecniche lo consentono”. E ha rilanciato: “Con i ragionamenti di Majorino non parte né l’una, né l’altra opera”.