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La sorella di Giulia Tramontano: “Ho il terrore di vederlo libero tra vent’anni”

Alessandro Impagnatiello è stato condannato all’ergastolo ma senza l’aggravante della premeditazione. Chiara: “Vivo con l’incubo di venire uccisa come lei”

Alessandro Impagnatiello e la vittima, Giulia Tramontano

Alessandro Impagnatiello e la vittima, Giulia Tramontano

Milano, 4 settembre 2025 – "Ho il terrore di vederlo libero: un assassino non può uscire di galera dopo 20 anni, è un tempo brevissimo e come famiglia non puoi fare niente. Per i miei genitori sarebbe una sconfitta atroce sapere che la persona che ha ucciso la loro figlia si siederà a un bar a prendere un caffè, troverà un lavoro o si farà una famiglia. Sarebbe come uccidere Giulia due volte". 

Lettura della sentenza del processo Impagnatiello
Alessandro Impagnatiello alla lettura della sentenza del processo

Così in una intervista a Leggo Chiara Tramontano, sorella di Giuliauccisa insieme al piccolo Thiago che portava in grembo, il 27 maggio 2023 con 37 coltellate a Senago, dall'allora fidanzato Alessandro Impagnatiello, poche ore dopo la scoperta da parte della compagna di una relazione parallela che il fidanzato da mesi portava avanti con una collega. Alessandro Impagnatiello, che è stato condannato all'ergastolo in Appello, ma senza l'aggravante della premeditazione.

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I genitori di Giulia alla lettura della sentenza del processo d’appello a Alessandro Impagnatiello

“Tra 20 anni mia sorella avrebbe compiuto 50 anni, sarebbe stata ancora giovane. Lui a 50 anni potrebbe rifarsi una vita, mentre noi, una vita non ce la rifaremo mai. Magari me la rifarò io, con una famiglia, ma i miei genitori sicuramente no".

La sorella di Giulia Tramontano: “Ho il terrore di vederlo libero tra vent’anni”

La paura 

"A volte penso che se fossi aggredita da un uomo potrei diventare una vittima di femminicidio. Prima pensavo non potesse mai capitarmi una cosa del genere, ma adesso, dopo quello che è successo a mia sorella, penso che mi bloccherei. E questa cosa mi tormenta".

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Il libro

“Vivo sempre col dubbio di aver tralasciato dei segnali che magari erano campanelli di allarme, penso che forse avrei potuto cambiare il corso degli eventi. Probabilmente scrivere il libro è servito a fare in modo che le persone conoscessero Giulia" aggiunge Chiara, che alla sorella ha dedicato “Non smetterò mai di cercarti”.

“Volevo mettere nero su bianco quello che mi era successo, nella speranza di avere un momento di sollievo, ma è anche un lascito per mia nipote Giulia (la figlia che il fratello ha chiamato come la giovane vittima, ndr)”.