
Giulia Tramontano era incinta di Thiago quando è stata uccisa con 37 coltellate da Alessandro Impagnatiello, che sta scontando l’ergastolo a Pavia
Senago (Milano), 27 giugno 2025 – La Procura generale attende di leggere le motivazioni, che saranno depositate entro il 15 settembre, della sentenza del processo d’appello a carico di Alessandro Impagnatiello, condannato all’ergastolo anche in secondo grado per l’omicidio di Giulia Tramontano, la fidanzata al settimo mese di gravidanza. Soltanto dopo aver letto le motivazioni la Procura generale valuterà e deciderà se impugnare il verdetto in Cassazione.

Nonostante sia stata confermata la pena massima per l’ex barman, i giudici della Corte d’Assise d’Appello hanno, infatti, escluso l’aggravante della premeditazione, riconoscendo soltanto quelle del rapporto di convivenza e della crudeltà. Una decisione duramente criticata dai familiari della vittima e, in particolare, dalla sorella Chiara, che ha scritto un post su Instagram sottolineando come il compagno abbia "avvelenato sua sorella Giulia per sei mesi". Una ricostruzione che era stata riconosciuta anche dalla sentenza di primo grado, che aveva dato conto di come Impagnatiello avesse fatto ricerche online, a partire dal 12 dicembre 2022, sugli effetti del veleno per topi. Prima che Giulia rientrasse in casa quel sabato sera del 27 maggio 2023, poi, l’allora barman aveva cercato on line anche "ceramica bruciata vasca da bagno". Proprio nel bagno tentò di bruciare il corpo.
Tutti elementi questi valutati diversamente dalla Corte di secondo grado, che ha cancellato la premeditazione. La giudice Franca Anelli ha, infatti, con tutta probabilità tenuto conto della linea della difesa di Impagnatiello, l’avvocata Giulia Geredini. La legale ha sostenuto che si sia trattato, in realtà, di "preordinazione", non di premeditazione perché il suo assistito avrebbe messo in atto post omicidio "un susseguirsi di errori senza alcuna pianificazione".
Tra questi, l’aver tenuto i guanti usati per uccidere nello zaino in casa, insieme al topicida, l’aver spostato più volte il cadavere trasportandolo anche con l’auto senza sapere dove nasconderlo, per poi tentare di bruciarlo facendo all’ultimo una ricerca su internet, tutti tentativi improvvisati, appunto non pianificati. Non ultimo, se il movente accertato è il colpo alla sua personalità narcisistica dovuto alle scoperta da parte di Giulia della doppia vita, allora il tempo di due ore tra l’incontro di Giulia con l’amante di lui e l’atto omicida esclude del tutto la premeditazione che richiede un lasso di tempo ben maggiore e una serie di atti da cui si deduca la lucida convinzione di uccidere.