NICOLA PALMA
Cronaca

Fedez paga Iovino per dimenticare il pestaggio: l’accordo segreto per evitare il tribunale

Il rapper indagato e il personal trainer aggredito trovano l’intesa economica. Ma senza querela cadono le accuse di lesioni e percosse: resta la rissa

Fedez alle prese con il buttafuori del The Club e Cristiano Iovino, il personal trainer vittima del pestaggio

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Milano – Un accordo tra le parti per chiudere definitivamente la vicenda. Una transazione (anche) economica dalle cifre non note per mettere la parola "fine" a una storia che si trascina da un mese esatto. L’intesa tra il rapper Fedez e il personal trainer Cristiano Iovino prevede che il secondo rinunci definitivamente a presentare querela contro il primo per il pestaggio avvenuto nella notte tra il 21 e il 22 aprile in via Traiano a Milano e che in estrema sintesi non abbia più nulla a pretendere dalla faccenda. Peraltro, sin dai primi minuti post aggressione, il tatuatissimo istruttore di fitness, finito al centro dell’affaire Totti-Blasi per una presunta relazione con la showgirl, ha chiarito ai carabinieri del Radiomobile di non voler sporgere denuncia per quanto accaduto e ha rifiutato il trasporto in ospedale dopo una prima medicazione a volto e testa.

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Ha tempo per farlo fino al 23 luglio, ma è evidente che il patto con Federico Leonardo Lucia – anticipato dal sito Dillinger News di Fabrizio Corona e confermato da fonti legali – sia stato siglato proprio per far scadere quel termine senza ulteriori sorprese.

Per il raid al Portello – che per gli inquirenti non è stato altro che il secondo tempo del violento litigio avvenuto mezz’ora prima nel privè del locale The Club di corso Garibaldi – l’artista trentaquattrenne è stato indagato dal pm Michela Bordieri con le accuse di lesioni e percosse in concorso e rissa. Per i primi due reati sono necessari la querela di parte e un referto medico; di conseguenza, decadranno entrambi alla deadline dei tre mesi previsti dalla legge per fare denuncia.

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Resta la rissa, procedibile d’ufficio, anche se le immagini registrate dalle telecamere e le parole messe a verbale da due vigilantes fanno pensare più a una spedizione punitiva di tanti contro uno che a un confronto tra due gruppi di persone che si picchiano a vicenda. Tradotto: anche quel reato potrebbe finire sullo sfondo. Detto questo, l’episodio è stato quasi completamente ricostruito dagli investigatori. Con alcuni punti fermi difficilmente contestabili. Il primo: l’azione delle 3.23 in via Traiano è direttamente collegata alla lite avvenuta poco prima delle 3 in discoteca. Il secondo: Fedez era presente, stando alle dichiarazioni concordanti del portinaio e della guardia privata di turno all’ingresso del complesso residenziale Parco Vittoria che lo hanno riconosciuto "senza ombra di dubbio". Il terzo: all’azione hanno preso parte anche ultrà della Curva Sud del Milan. Dal canto suo, Fedez ha smentito nei primi giorni il coinvolgimento nel raid: "Io non c’ero, e dalla telecamera non si vede niente, mi dicono che sia bagnata dalla pioggia", ha dichiarato il 12 maggio al Salone del libro di Torino, prima di partecipare a un incontro sulla salute mentale dei giovani.

E ancora: "Si parla di nove persone che hanno massacrato uno, tutti ultrà del Milan, gente con una certa stazza… La persona viene aggredita, arriva l’ambulanza, ma non viene portata in ospedale". Conclusione: "Se non ci fosse il mio nome in mezzo, non ci sarebbe la notizia".