
È stato ritrovato questa mattina senza vita Federico Beltrami, alpinista milanese caduto per circa 200 metri a Valmasino
Milano, 5 agosto 2025 – “Metteva passione in tutto quello che faceva: nel suo lavoro di manager, nelle scalate in montagna. Da studente, a Scienze politiche, aveva seguito il corso di Nando Dalla Chiesa e insieme ad altri compagni aveva fondato il sito e l’associazione Stampo Antimafioso. Era un ragazzo d’oro. Dalla battuta pronta. Siamo tutti sconvolti”.
Alcuni amici ricordano così Federico Beltrami, il trentasettenne milanese che ha perso la vita in Valmasino, in Valtellina, dopo essere precipitato per circa 200 metri: l’uomo, che era disperso da domenica sera in località San Martino dopo la caduta da un sentiero, è stato trovato morto ieri mattina dal Soccorso Alpino della Guardia di finanza di Sondrio.

Così è sfumata definitivamente la speranza che si fosse salvato. “Non era solo, ed era uno scalatore molto esperto. Aveva già raggiunto la cima, ha solo perso la presa nel punto sbagliato tornando a valle”, fa sapere uno degli amici.
Il lavoro
Beltrami era originario di Segrate, viveva nel quartiere Adriano, nella zona nord-est di Milano, e lavorava per Sky Media, la concessionaria pubblicitaria di Sky Italia, come product manager. In azienda da quasi 8 anni, stando a quanto aveva pubblicato sul suo profilo Linkedin.
La passione
Dopo la settimana lavorativa, “scappava” sempre in montagna, “tutti i weekend, tra le rocce ad alta quota stava bene". Per il suo profilo Facebook aveva scelto una foto in tenuta da scalatore. Da anni seguiva corsi di speleologia, di arrampicata e di alpinismo al CAI-SEM (Club Alpino Italiano -Scuola Escursionisti Milanesi), e già accompagnava agli altri. Scorrendo tra le immagini social, se ne vede una del 2013, scattata in Norvegia, dove Beltrami sembra perdersi nell’immensità dal paesaggio, tra le bellezze che la natura gli poneva davanti allo sguardo.

“Il posto si chiama Trolltunga, sono io quello nella foto”, rispondeva a chi gli chiedeva se ci fosse mai stato, perché non è immediato riconoscerlo in quella sagoma minuscola. Filippo Di Gioia, trentaseienne, fa sapere di “aver imparato da lui ad arrampicarmi in montagna: era il mio maestro. Io ho un anno in meno, si era messo a disposizione fin dal primo momento. Non ho ancora metabolizzato la notizia della sua morte. L’ultima escursione con lui è stata lo scorso novembre, siamo andati sulla Bastionata sud del Resegone: era in gamba, scrupoloso e attento". Federico Beltrami era anche molto altro.
L’università
“Prima di tutto un amico leale: si poteva sempre contare su di lui. E aveva un animo progressista, si batteva per la giustizia sociale”. In tasca aveva una laurea in Scienze politiche, conseguita nel 2012 all’Università degli Studi di Milano con una tesi su “I collaboratori di giustizia in Lombardia. Un’analisi tra numeri, storie e falsi miti”.
Si era appassionato al corso di Sociologia della criminalità organizzata, tenuto da Nando Dalla Chiesa, e insieme ad altri studenti aveva fondato il sito e associazione “Stampo antimafioso“, diretto per due anni da Ester Castano, studentessa di Lettere e sua compagna di corso, poi diventata giornalista.
Partecipava anche agli eventi dell’associazione “Libera contro le mafie”. A ottobre del 2011 aveva scritto un articolo su un incontro a tema, dal titolo “La mafia a Milano esiste“. «Momenti di riflessione alternati a numerosi spunti sul tema del contrasto alla criminalità organizzata”.
“Era un ragazzo solare e appassionato, pronto alla battuta – così lo descrive Ester Castano –. Si era intestardito sullo studio della ’ndrangheta al nord e appassionato al giornalismo d’inchiesta. Assieme ad altre studentesse e studenti abbiamo fondato Stampo Antimafioso», rimarca. «Poi ognuno perde la sua strada, come accade nella vita. Non so cosa facesse negli ultimi anni ma lo vedevo in foto, bello come il sole scalando le sue amate montagne. Ammiravo il coraggio con cui si muoveva tra le rocce impervie, lo stesso coraggio con cui da studente scriveva di cosche, sequestri e giustizia sociale».
Sportivo
Oltre ad adorare le scalate di montagna, Beltrami praticava altri sport come tennis e calcio. «Era un attaccante, aveva un ottimo piede sinistro”, sottolinea un amico che ha giocato insieme a lui. Scherzando, gli dicevo sempre che era “amputato di destro”. Un bravo ragazzo, sempre ironico e pieno di vita. Mancherà».