MICHELE MEZZANZANICA
Editoriale e Commento
Editoriale

Piste poco ciclabili

La pista ciclabile lungo viale Monza

La pista ciclabile lungo viale Monza

Hai voluto la bicicletta? Adesso pedala. O meglio, fai lo slalom. E’ la triste realtà dei ciclisti urbani di Milano, una città potenzialmente perfetta da percorre in bici in lungo e in largo: pianeggiante, con ampi viali e con un clima mite, perlomeno rispetto alle colleghe del centro e nord Europa dove le piste ciclabili sono una religione. 

Qui invece vengono percepite come un fastidio, al punto che i ciclisti devono organizzarsi in una catena umana per difenderla da invasioni e soste selvagge, come accaduto ieri in viale Monza. Ora si può discutere su come e dove farle, su quante e perché, ma il dibattito non può prescindere da un cambiamento culturale per cui le piste ciclabili sono per le biciclette e non per auto e furgoni. Anche se non ci sono cordoli in cemento a proteggerle.

Le trasformazioni urbane non sono mai semplici e indolori, a maggior ragione nelle metropoli densamente popolate, con una topografia che affonda le radici nei secoli, ma una città che va avanti deve sapere affrontare questi cambiamenti. A livello istituzionale e anche e livello inconscio, di singolo cittadino. Una Milano con meno auto e più biciclette è una Milano più bella e vivibile per tutti, anche per chi non va in bici.