DANIELE DE SALVO
Cronaca

Soccorsi e drammi in quota, in soli sei mesi già 25 morti in montagna. Il perché secondo gli esperti

Lecco, 280 missioni dall’inizio dell’anno. Il responsabile: “In montagna sì, ma preparati”

Il numero degli interventi del Soccorso alpino è in costante crescita

Il numero degli interventi del Soccorso alpino è in costante crescita

Lecco, 20 luglio 2025 – Duecentottanta missioni di salvataggio in sei mesi e mezzo, quasi 320 persone soccorse. Venticinque purtroppo sono state recuperare morte, ma i loro corpi sono stati almeno riportati a casa e restituiti ai familiari. Sono i numeri, in crescita, che esprimono parte dell’attività da gennaio a metà luglio dei tecnici volontari del Soccorso alpino della XIX Delegazione Lariana, gli angeli custodi di chi frequenta montagne, boschi, grotte e forre della provincia di Lecco Como, Varese, del Ceresio e dell’Oltrepò. In questa prima parte del 2025 sono stati impiegati quasi 1.300 soccorritori equivalenti, che in tutto hanno regalato più di 7mila ore del loro tempo per aiutare quanti si trovavano in difficoltà più o meno estrema su sentieri, pareti di roccia, in vetta, nei fiumi, in posti difficilmente accessibili e raggiungibili. In tutto l’anno scorso i soccorsi erano stati 500 e le vittime 34, meno del doppio: per questo le cifre indicano anche l’importanza dei continui appelli alla prudenza e delle iniziative di prevenzione che propongono costantemente i volontari del Soccorso alpino. “I numeri confermano la necessità di una costante attenzione alla prevenzione e alla preparazione personale”, conferma Marco Anemoli, un veterano del soccorso in montagna e ambiente impervio, da 5 anni capo delegazione proprio della XIX Lariana, una delle cinque del Soccorso alpino e speleologico lombardo. Uomo e italiano è l’identikit di quanti sono stati soccorsi, perché le donne sono state solo 88 e gli stranieri una quarantina. Le cause d’intervento sono state nell’ordine cadute, condizioni fisiche o psicofisiche non ottimali, cadute da grandi altezze, cadute da roccia, ritardi nel rientrare, perdita di orientamento, morsi di vipera in due occasioni, punture da insetti. Significa che in molti casi, con un poco di accortezza, preparazione, pianificazione ed equipaggiamento in più non sarebbe stato necessario mobilitare i tecnici del Soccorso alpino. “Escursioni e attività in montagna sono esperienze uniche ma richiedono la consapevolezza dei propri limiti, dotazioni adeguate e rispetto delle regole di sicurezza – sottolinea il delegato della Lariana -. Occorre pianificare l’itinerario, consultare i bollettini meteo, comunicare i propri spostamenti e valutare bene le proprie competenze. Ogni intervento evitato grazie a un gesto prudente è un successo per tutti”.